LA VOCAZIONE PER PAPA FRANCESCO: “LA CHIAMATA DI DIO È MISSIONE”

«Non c’è vocazione senza missione»: a dirlo è Papa Francesco nel messaggio per la 60esima Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, prevista per domenica 30 aprile 2023. La chiamata del Signore include anche «l’invio» nel mondo, rileva ancora il Santo Padre: «farsi prossimo, come il buon samaritano, permette di capire il ‘nocciolo’ della vocazione cristiana: imitare Gesù Cristo che è venuto per servire e non per essere servito». Il tema scelto per la Giornata Mondiale è “Vocazione: grazia e missione”, in pratica un concentrato del messaggio evangelizzatore del magistero di Papa Francesco.



«È un’occasione preziosa per riscoprire con stupore che la chiamata del Signore è grazia, è dono gratuito, e nello stesso tempo è impegno ad andare, a uscire per portare il Vangelo. Siamo chiamati alla fede testimoniale, che stringe fortemente il legame tra la vita della grazia, attraverso i Sacramenti e la comunione ecclesiale, e l’apostolato nel mondo. Animato dallo Spirito, il cristiano si lascia interpellare dalle periferie esistenziali ed è sensibile ai drammi umani, avendo sempre ben presente che la missione è opera di Dio e non si realizza da soli, ma nella comunione ecclesiale, insieme ai fratelli e alle sorelle, guidati dai Pastori. Perché questo è da sempre e per sempre il sogno di Dio: che viviamo con Lui in  comunione d’amore», scrive Papa Francesco.



IL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO PER LA GIORNATA DELLE VOCAZIONI

Nel corso della vita la chiama del Signore, la propria vocazione, «viene inscritta dentro le fibre del nostro essere e portatrice del segreto della felicità, ci raggiunge, per l’azione dello Spirito Santo, in maniera sempre nuova, illumina la nostra intelligenza, infonde vigore alla volontà, ci riempie di stupore e fa ardere il nostro cuore». È nel raccontare in maniera molto intima il senso della vocazione divina che Papa Francesco racconta la propria chiamata avvenuta il 21 settembre 1953: «mentre andavo all’annuale festa dello studente, ho sentito la spinta ad entrare in chiesa e a confessarmi. Quel giorno ha cambiato la mia vita e le ha dato un’impronta che dura fino a oggi».



La vocazione resta un dono di sé che si fa strada man mano attraverso un “cammino”: «a contatto con una situazione di povertà, in un momento di preghiera, grazie a una testimonianza limpida del Vangelo, a una lettura che ci apre la mente, quando ascoltiamo una Parola di Dio e la sentiamo rivolta proprio a noi, nel consiglio di un fratello o una sorella che ci accompagna, in un tempo di malattia o di lutto…La fantasia di Dio che ci chiama è infinita». La vocazione, ripete Papa Francesco nel messaggio per la Giornata Mondiale fondata per la prima volta da Papa Paolo VI nel 1964, «l’intreccio tra scelta divina e libertà umana, un rapporto dinamico e stimolante che ha per interlocutori Dio e il cuore umano». La missione comune per tutti i cristiani, concluso il Pontefice, è quella di «testimoniare con gioia, in ogni situazione, con atteggiamenti e parole, ciò che sperimentiamo stando con Gesù e nella sua comunità che è la Chiesa. E si traduce in opere di misericordia materiale e spirituale, in uno stile di vita accogliente e mite, capace di vicinanza, compassione e tenerezza, controcorrente rispetto alla cultura dello scarto e dell’indifferenza». Nella Chiesa di Dio sono tutti «servitori e servitrici, secondo diverse vocazioni, carismi e ministeri. La vocazione al dono di sé nell’amore, comune a tutti, si dispiega e si concretizza nella vita dei cristiani laici e laiche, impegnati a costruire la famiglia come piccola ‘chiesa domestica’ e a rinnovare i vari ambienti della società con il lievito del Vangelo; nella testimonianza delle consacrate e dei consacrati, donati tutti a Dio per i fratelli e le sorelle come profezia del Regno di Dio; nei ministri ordinati (diaconi, presbiteri, vescovi) posti al servizio della Parola, della preghiera e della comunione del popolo santo di Dio».