Un nuovo diluvio universale all’orizzonte se l’azione dell’uomo sul clima non cambia, l’ira di Dio per un mondo che continua ad accettare il male dell’ingiustizia e una fede che necessita di avere dubbi per essere tale: sono queste solo alcune delle anticipazioni del nuovo libro di Papa Francesco in dialogo con il cappellano del carcere di Padova Don Marzo Pozza in uscita il prossimo 2 marzo, “Dei vizi e delle virtù”. Oggi il Corriere della Sera ha anticipato alcuni stralci del libro che si snoda attraverso 7 episodi dedicati al confronto tra vizi e virtù, frutto di una larga intervista televisiva che prossimamente verrà mostrata in prima serata sul “Nove” .



Il Santo Padre, che ha ormai abituato a eventi/occasioni del genere a livello pubblico, si concentra su diversi temi della stretta attualità, non solo nel merito della vasta pandemia Covid: «Ci sono persone virtuose, ci sono persone viziose, ma la maggioranza è un misto di virtù e vizi. Alcuni sono bravi in una virtù ma hanno qualche debolezza. Perché siamo tutti vulnerabili. E questa vulnerabilità esistenziale dobbiamo prenderla sul serio. È importante saperlo, come guida del nostro cammino, della nostra vita». Il Papa parla dell’ira di Dio in contrapposizione all’ingiustizia di Satana: «L’ira di Dio intende portare giustizia, ‘pulire’. Il diluvio è il risultato dell’ira di Dio, lo dice la Bibbia. È una figura dell’ira di Dio, che secondo la Bibbia ha visto troppe cose brutte e decide di cancellare l’umanità».



IL NUOVO DILUVIO UNIVERSALE

È qui uno dei passaggi certamente più sorprendenti della nuova produzione di Papa Francesco e Don Pozza, centrata sul concetto del diluvio come punizione e redenzione allo stesso tempo: «Quello biblico, secondo gli esperti, è un racconto mitico. (Adesso spero che qualcuno non sostenga che il Papa ha detto che la Bibbia è un mito!) Ma il mito è una forma di conoscenza. Il diluvio è un racconto storico, dicono gli archeologi, perché hanno trovato tracce di un’inondazione nei loro scavi».

Un grande diluvio di enorme portata potrebbe essere alle porte secondo Papa Francesco, «forse a causa di un innalzamento della temperatura e dello scioglimento dei ghiacciai: quello che succederà adesso se proseguiamo sulla stessa strada. Dio ha scatenato la sua ira, ma ha visto un giusto, l’ha preso e l’ha salvato. La storia di Noè dimostra che l’ira di Dio è anche salvatrice». Un Papa ancora una volta impegnato sul tema ambientale, a corredo delle ultime encicliche “Laudato sì” e “Fratelli Tutti” che riportano al centro il tema dell’ecologia integrale.



IL PAPA, LA FEDE E I DUBBI

Di altrettanta importanza il tema anticipato dagli stralci del Corriere della Sera sul rapporto tra fede e dubbi: «Può la fede crescere di pari passo con il dubbio?», si chiede Papa Francesco nel dialogo con il cappellano del carcere di Padova e la risposta è “spiazzante” «Succede perché siamo umani, e la fede è un dono talmente grande che, quando lo riceviamo, non riusciamo a crederci. Sarà una cosa possibile? Il diavolo ti mette i dubbi, poi la vita, poi le tragedie: perché Dio permette questo? Ma una fede senza dubbi non va. Pensa a santa Teresina del Bambin Gesù: credi che non avesse dei dubbi? Leggi il finale della sua vita. Dice che, nei momenti più brutti della sua malattia, chiedeva di portare acqua benedetta sul letto, prendere il cero benedetto per allontanare il nemico. Il problema è quando non hai pazienza. Gesù uomo, nell’Orto degli ulivi, era forse contento?».

Sentirsi abbandonati da Dio è un’esperienza di fede, non è una “bestemmia”: tanti Santi lo hanno sperimentato e moltissimi uomini e donne anche nel nostro tempo, «tante persone di oggi, che si sentono abbandonate di Dio, ma non perdono la fede. Custodiscono il dono: in questo momento non sento nulla, ma custodisco il dono della fede. Al cristiano che non è mai passato attraverso questi stati d’animo manca qualcosa, perché vuol dire che si accontenta». In definitiva il Papa afferma che le crisi di fede non sono mancanze contro la fede, al contrario «rivelano il bisogno e il desiderio di entrare sempre di più nella profondità del mistero di Dio. Una fede senza queste prove mi fa dubitare che sia vera fede».