MIGRANTI E INTEGRAZIONE, LA SFIDA DI PAPA FRANCESCO AL VERTICE DI MARSIGLIA

Il prossimo 22-23 settembre Papa Francesco sarà a Marsiglia per chiudere i “Rencontres Méditerranéennes”, il vertice che riunisce responsabili ecclesiali e civili impegnati nell’integrazione dei popoli del Mediterraneo: «Una bella iniziativa – afferma il Pontefice durante l’Angelus domenicale di oggi 17 settembre in Vaticanoche si snoda in importanti città del Mediterraneo, riunendo responsabili ecclesiali e civili per promuovere percorsi di pace, di collaborazione e di integrazione attorno al mare nostrum, con un’attenzione speciale al fenomeno migratorio».



Secondo Papa Francesco, nei giorni dove l’emergenza migratoria è tornata con prepotenza tra i primissimi temi non solo in Italia ma anche in tutta l’Europa (oggi la visita della Presidente Ue Von der Leyen con Meloni a Lampedusa, ndr), il vertice di Marsiglia «rappresenta una sfida non facile, come vediamo anche dalle cronache di questi giorni, ma che va affrontata insieme, in quanto essenziale per il futuro di tutti, che sarà prospero solo se costruito sulla fraternità, mettendo al primo posto la dignità umana, le persone concrete, soprattutto le più bisognose». Un programma molto fitto per Papa Francesco che prevede per sabato l’incontro privato con alcune persone in situazione di disagio economico, poi la partecipazione alla sessione conclusiva degli Incontri del Mediterraneo; seguirà il colloquio con il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, quindi nel pomeriggio la Messa conclusiva della visita che Bergoglio presiederà nello “Stadio Vélodrome” di Marsiglia. Infine il congedo e il rientro in serata in Vaticano.



L’ANGELUS DI PAPA FRANCESCO SULLA PACE E SUL PERDONO

«Mentre vi chiedo di accompagnare questo viaggio con la preghiera, vorrei ringraziare le autorità civili e religiose, e quanti stanno lavorando per preparare l’incontro a Marsiglia, città ricca di popoli, chiamata a essere porto di speranza. Già da ora saluto tutti gli abitanti, nell’attesa di incontrare tanti cari fratelli e sorelle», sottolinea ancora Papa Francesco nell’Angelus di oggi, non prima di ricordare la preghiera per il popolo dell’Ucraina devastato dalla guerra ormai ben oltre i 500 giorni di conflitto, «continuiamo a pregare per il martoriato popolo ucraino e per la pace in ogni terra insanguinata dalla guerra».



Nella riflessione fatta prima della recita dell’Angelus, il Santo Padre si è concentrato sul brano del Vangelo di oggi in cui Gesù parla con la parabola sull’infinita misericordia di Dio: «Questo è il cuore di Dio: perdona sempre perché Dio è compassionevole. Non dimentichiamo com’è Dio: è vicino, compassionevole e tenero; così è il modo di essere di Dio». Ogni persona su questa Terra, sottolinea il Papa, è un “perdonato”: «noi siamo perdonati, Dio ha dato la vita per noi e in nessun modo potremo compensare la sua misericordia, che Egli non ritira mai dal cuore. Però, corrispondendo alla sua gratuità, cioè perdonandoci a vicenda, gli possiamo dare testimonianza, seminando vita nuova attorno a noi. Fuori del perdono, infatti, non c’è speranza; fuori del perdono non c’è pace». Il perdono insegnato da Cristo è puro ossigeno che «purifica l’aria inquinata dall’odio, il perdono è l’antidoto che risana i veleni del rancore, è la via per disinnescare la rabbia e guarire tante malattie del cuore che contaminano la società». La domanda finale è un appello a ciascuno di noi in questi tempi cupi: «io credo di aver ricevuto da Dio il dono di un perdono immenso? Avverto la gioia di sapere che Lui è sempre pronto a perdonarmi quando cado, anche quando gli altri non lo fanno, anche quando nemmeno io riesco a perdonare me stesso? Lui perdona: credo che Lui perdona? E poi: so perdonare a mia volta chi mi ha fatto del male?». Perdonare una persona che ci ha ferito è l’unico bene possibile che possa restituirci «la pace nel cuore», conclude Papa Francesco.