NUOVO APPELLO PER LA PACE DI PAPA FRANCESCO CHE INSISTE SUI DUE STATI IN MEDIO ORIENTE: “ISRAELE E PALESTINA SIANO IN BUONI RAPPORTI”
Da due anni per l’Ucraina, da quasi 7 mesi per la Terra Santa: il grido di fermare la guerra e promuovere la pace da Papa Francesco non si arresta neanche questa settimana. Dall’Udienza Generale tenutasi come sempre il mercoledì mattino in Piazza San Pietro si è levato un nuovo appello al termine della catechesi dedicata al tema delle virtù: salutando tutti i presenti in Piazza, Papa Francesco rivolge il pensiero ai tanti Paesi in guerra da troppo tempo. L’Ucraina, la Palestina, il Myanmar e tutti i popoli in guerra, è il momento di dire basta per il Pontefice: «La guerra sempre è una sconfitta, e quelli che guadagnano di più sono i fabbricatori di armi. Per favore, preghiamo per la pace!».
Il Santo Padre chiede di pregare per la “martoriata Ucraina” dove i giovani continuano ad andare a morire su entrambi gli schieramenti: ma Papa Francesco chiede di pregare anche molto per il Medio Oriente e per Gaza: «si soffre tanto lì, nella guerra. Per la pace tra Palestina e Israele, che siano due Stati, liberi e con buoni rapporti. Preghiamo per la pace». Il sostegno alla soluzione dei “due popoli, due Stati” non è nuova per la Chiesa Cattolica ma Papa Francesco la ribadisce appena pochi giorni dopo il Regina Coeli dove aveva parlato del fatto che nessuno «minacciare l’esistenza altrui». Il Papa insiste nel chiedere alla comunità internazionale di aiutare sia gli israeliani che i palestinesi affinché possano «vivere in due Stati, in sicurezza, perché è un loro desiderio e un loro diritto».
L’UDIENZA GENERALE DI PAPA FRANCESCO E LA CATECHESI SULLA VITA DI GRAZIA
Dopo aver affrontato nelle precedenti catechesi sulle 4 virtù cardinali (prudenza, giustizia, fortezza e temperanza), Papa Francesco nell’Udienza Generale di oggi – prima del lungo appello finale alla pace per Israele e Palestina – si è soffermato sulla centralità della vita di grazia secondo lo Spirito Santo. «C’è dunque nel cuore di ogni uomo e donna la capacità di ricercare il bene. Lo Spirito Santo è donato perché chi lo accoglie possa distinguere chiaramente il bene dal male, avere la forza per aderire al bene rifuggendo dal male e, così facendo, raggiungere la piena realizzazione di sé», spiega il Santo Padre introducendo la lezione di oggi.
Ogni persona cristiana “gode” di un particolare aiuto concesso dal Signore durante ogni istante della vita terrena, un sostegno che si esplica nel dono di altre tre virtù fondamentali come la fede, la speranza e la carità. Le tre virtù teologali si aggiungono a quelle cardinali e rappresentante l’aiuto più prossimo di Dio alla vita umana: «Fondano, animano e caratterizzano l’agire morale del cristiano. Esse informano e vivificano tutte le virtù morali. Sono infuse da Dio nell’anima dei fedeli per renderli capaci di agire quali suoi figli e meritare la vita eterna. Sono il pegno della presenza e dell’azione dello Spirito Santo nelle facoltà dell’essere umano», spiega il Papa citando il Catechismo. Il bene nell’essere umano cristiano non è solo il fine ultimo ma anche il modo per arrivarci: le tre virtù teologali, chiarisce Papa Francesco, ci aiutano nei momenti di caduta in quanto «anche coloro che hanno buoni propositi morali a volte cadono. Tutti cadiamo, nella vita, perché tutti siamo peccatori. Come anche chi si esercita quotidianamente nella virtù a volte sbaglia – tutti sbagliamo nella vita –: non sempre l’intelligenza è lucida, non sempre la volontà è ferma, non sempre le passioni sono governate, non sempre il coraggio sovrasta la paura». Aprire il cuore a Gesù permette di far entrare in azione lo Spirito Santo che già alberga l’animo fin dalle origini della nostra venuta al mondo: «se abbiamo perso la fiducia, Dio ci riapre alla fede –; se siamo scoraggiati, Dio risveglia in noi la speranza; e se il nostro cuore è indurito, Dio lo intenerisce col suo amore».