LA PREFAZIONE DI PAPA FRANCESCO CONTRO LA PENA DI MORTE: “UN VELENO PERICOLOSO CONTRO LA GIUSTIZIA, DETENUTI NON VANNO SOPPRESSI”

Lo ha conosciuto direttamente solo qualche tempo fa in Vaticano ma da allora Papa Francesco è rimasto folgorato dall’incontro con Dale Recinella, cappellano cristiano e laico nel braccio della morte in Florida: il tema della pena di morte è una delle storiche battaglie della Chiesa contro tutti gli Stati che ancora nel Novecento e nel nuovo millennio mantengono intatta la legislazione punitiva con le esecuzioni letali. Ma la personale testimonianza cristiana che Recinella è riuscito a mantenere in questi anni (raccontata con ampli reportage sull’Osservatore Romano e sulla stampa vaticana) ha convinto Papa Francesco a spendere diverse parole al miele per questo cappellano che assieme alla moglie Susan accoglie e visita costantemente i tanti detenuti nel braccio della morte in Florida, uno degli Stati negli Usa dove ancora permane la pena di morte.



Oggi su Vatican News e altri quotidiani è stata pubblicata la prefazione scritta dal Santo Padre per il libro di Recinella “Un cristiano nel braccio della morte”, dove si legge il senso profondo della grande testimonianza di vita resa dal cappellano laico negli States: «La pena di morte non è in alcun modo la soluzione di fronte alla violenza che può colpire persone innocenti. Le esecuzioni capitali, lungi dal fare giustizia, alimentano un senso di vendetta che si trasforma in un veleno pericoloso per il corpo delle nostre società civili». Secondo Papa Francesco, le nazioni dovrebbe impegnarsi attivamente per permettere ai detenuti una possibilità reale di cambiare la propria vita anche all’interno del carcere, (che è poi il senso, almeno a parole o in alcune strutture esistenti nel nostro Paese, di quanto dichiarato dalla Costituzione italiana), «piuttosto che investire denaro e risorse nel sopprimerli, come fossero esseri umani non più degni di vivere e di cui disfarsi».



DALE RECINELLA E L’INCONTRO CON CRISO NEL BRACCIO DELLA MORTE: IL RACCONTO DI PAPA FRANCESCO

Come ripete Papa Francesco all’inizio della sua prefazione al libro di Recinella, il Vangelo di Cristo è l’incontro con una Persona viva che cambia per sempre la vita: «Gesù è capace di rivoluzionare i nostri progetti, le nostre aspirazioni e le nostre prospettive. Conoscere Lui vuol dire riempire di significato la nostra esistenza perché il Signore ci offre la gioia che non passa. Perché è la gioia stessa di Dio». In questo senso, raccontare la vicenda umana di Dale Recinella è proprio imbattersi in un’umanità “diversa” che ha saputo cogliere nelle profondità più recondite dell’animo umano, in quei detenuti prossimi alla pena di morte, uno sguardo di speranza e di vita.



Il cappellano in Florida, così come tantissimi altri che nel mondo accolgono e visitano i detenuti nel braccio della morte, toccano con mano il male in tutte le sue dimensioni: scrive il Papa, «il male compiuto verso le vittime, e che non si può riparare; il male che il condannato sta vivendo, sapendosi destinato a morte certa; il male che, con la pratica della pena capitale, viene instillato nella società». Papa Francesco cita “L’Idiota” di Fëdor Dostoevskij per esprimere al meglio la totale insostenibilità della pena di morte, tanto in ambito morale quanto anche logico: «È una violazione dell’anima umana, niente altro! È detto: “Non uccidere”, e invece, perché lui ha ucciso, altri uccidono lui. No, è una cosa che non dovrebbe esserci».

Come racconta ancora il Pontefice, la testimonianza resa da Recinella e della moglie Susan è un dono enorme per la Chiesa, per gli Stati Uniti e per chiunque vi si imbatte: «questa infinita misericordia divina può anche scandalizzare, come scandalizzava tante persone al tempo di Gesù, quando il Figlio di Dio mangiava con i peccatori e le prostitute. Lo stesso fratello Dale deve far fronte a critiche, rimostranze e rifiuti per il suo impegno spirituale accanto ai condannati». Eppure lo “scandalo” nacque già all’origine con Cristo, quando accolse il “buon ladrone” sulla croce, oppure quando si rivolge a pubblicani, prostitute e criminali: l’amore di Dio per l’uomo è senza confini ed è possibile imbattersi nei suoi testimoni più vivi proprio come accade per i tanti detenuti incontrati da Recinella negli ultimi 20 anni. Come conclude lo stesso Papa Francesco, va dato un grazie gigante per questo testimone cristiano: solo da uno sguardo di amore e misericordia così è possibile rinasce e vivere anche dentro “il miglio verde”, solo con quell’amore gratuito è possibile avvicinarsi al padre pur dentro l’odiosa e illogica pena di morte.