NUOVO APPELLO DI PACE DI PAPA FRANCESCO ‘TRAMITE’ L’IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA: “FERMATE LE ARMI A NATALE!”
Una tregua di Natale che possa estendersi da Medio Oriente fino all’Ucraina, passando per il Myanmar, le Coree e il Sudan: l’appello di pace lanciato da Papa Francesco durante le celebrazioni della Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria risuona forte nelle ore in cui i cristiani temono in Siria di essere passati dalla stabilità “cattiva” di Assad all’imprevedibilità “drammatica” dei ribelli jihadisti che hanno appena preso Damasco cacciando il tiranno Assad. Sia durante la Santa Messa in Basilica di San Pietro che nel successivo Angelus di mezzogiorno, Papa Francesco ha ricordato la centralità del “Sì” di Maria Immacolata nell’intercedere per l’intera umanità e nel seguire il Bene ultimo del Dio suo Figlio.
È da questo assunto che che si fonda la richiesta di una pacificazione globale, non teorica e irenista ma pragmatica e concreta: «mentre si avvicina l’apertura della Porta Santa del Giubileo, apriamo le porte del cuore e della mente al Signore. Lui è nato da Maria Immacolata», sottolinea il Papa durante l’Angelus invitando poi alla preghiera per la pace in tutti i luoghi del mondo dove si soffre per guerra e violenze. Serve un cessate il fuoco per i giorni del Natale in arrivo, che sia effettivo e globale: l’invito a Comunità Internazionale e Governanti dei vari Paesi coinvolti è per fermare al più presto «tutti i fronti di guerra». Davanti al Mistero grande della salvezza di Cristo nel mondo – il vero fondamento della speranza cristiana – non si può purtroppo far finta di non vedere gli orrori prodotti ogni giorno da tensioni che mettono a rischio l’umanità intera: Papa Francesco si chiede dove riporre la speranza ultima, se nel denaro, negli armi, negli “amici” e alleanze potenti. Piuttosto, il cristiano sa che tale forza e speranza va riposta univocamente sulla misericordia infinita di Dio, nel fatto che «Dio mi ama gratuitamente, che il suo amore sempre mi precede».
IL PECCATO ORIGINALE CAUSA DI GUERRE E POVERTÀ: IL PENSIERO DI PAPA FRANCESCO PER LA FESTA DELL’IMMACOLATA
La fede nell’amore di Dio, incarnata dalla presenza della Madonna Immacolata, è quella certezza che precede l’umanità e che fonda realmente, al posto di egoismi e volontarismi: così Papa Francesco nel celebrare la solennità di oggi 8 dicembre 2024 in Vaticano ricorda che è propri tramite la bellezza di quell’amore filiale che ci insegna Maria che possiamo realmente confidare nella salvezza ultima. Quell’asserire «eccomi, avvenga per me secondo la tua parola» è la dichiarazione di amore per il mondo, un amore però che non è mito o “dottrina astratta” ma una reale proposta concreta «realizzato della nostra umanità, attraverso cui, per grazia di Dio, possiamo tutti contribuire a cambiare in meglio il nostro mondo».
Riprendendo, durante l’omelia sull’Immacolata Concezione, lo sguardo sui vari drammi in corso nel mondo, tra guerre, soprusi e violenze, Papa Francesco sottolinea come purtroppo proprio la «presa del primo peccato», cioè del peccato originale, di voler «essere come Dio», continui anche oggi a «ferire l’umanità». Non solo, quell’autosufficienza ricercata dall’ottusità umana esalta un mondo senza liberà, pieno di ferite e guerre: l’appello oltre al cessate il fuoco è a recuperare quel rapporto di figliolanza che Maria ci insegna nel suo essere Madre di Dio ma anche “figlia dell’umanità” e di quel Signore che le si è annunciato a Nazareth. Serve guardare all’Immacolata perché convertirci alla «figliolanza, la sponsalità e la maternità», come criterio di vita, come metodo per salvare davvero un mondo altrimenti destinato a perdere.