Papa Francesco ha ricevuto in Vaticano i componenti della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali, un incontro che è stato occasione per ribadire l’importanza di un cammino verso una piena unità attraverso verità, vita e carità. “Preghiamo e adoperiamoci senza stancarci per la comunione e per contrastare la carestia di pace che sta attraversando tante parti della terra, anche diverse regioni da cui voi provenite”, le parole del Santo Padre, così come si legge su Vatican.va, rivolgendosi ai presenti nella Sala del Concistorio, alla presenza anche dei giovani sacerdoti e monaci delle Chiese ortodosso orientali di cui spiega “nutre la speranza”, come “la preghiera guida il cammino!”. Il Santo Padre ha ricordato le visite dello scorso anno di “cari fratelli, capi delle Chiese ortodosse orientali”, definendoli delle visite preziosi in quanto favoriscono il “dialogo della carità” insieme al “dialogo della verità” di cui si occupa la Commissione mista internazionale.



PAPA FRANCESCO: “QUESTI GESTI NON SONO SEMPLICI ATTI”

E ancora: “Questi gesti, radicati nel riconoscimento dell’unico Battesimo, non sono semplici atti di cortesia o di diplomazia, ma hanno un significato ecclesiale e possono essere considerati dei veri e propri “loci theologici”. Così come ha affermato San Giovanni Paolo II nell’Enciclica Ut unum sint: “Il riconoscimento della fraternità va ben al di là di un atto di cortesia ecumenica e costituisce una basilare affermazione ecclesiologica”.



Papa Francesco spiega che il dialogo della carità è da intendere come “una ‘teologia in azione’ capace di aprire nuove prospettive al cammino delle nostre Chiese”, definendola “teologia del dialogo nella carità”.

PAPA FRANCESCO: “VENT’ANNI E’ L’ETA’ DELLA GIOVINEZZA”

Ha quindi ricordato i tre documenti di natura ecclesiologica elaborati “che riflettono la ricchezza delle tradizioni cristiane” rappresentate dai suoi membri: quella delle Chiese copta, siriaca, armena, malankarese, etiopica, eritrea e latina. Questa ricchezza – aggiunge – mostra in modo ancora più splendido la cattolicità dell’unica Chiesa”. In merito all’aspetto pastorale, Sua Santità sottolinea l’importanza di coinvolgere giovani sacerdoti e monaci: “Coinvolgere i giovani nell’avvicinamento delle nostre Chiese è un segno dello Spirito, ispirando vie di comunione”.



E’ questo il “dialogo della vita”. Ed ecco che si giunge a “i modi inseparabili di procedere nel cammino ecumenico” promossi dalla Commissione, i sopracitati dialogo della carità, dialogo della verità, dialogo della vita. Quindi ha aggiunto: “Vent’anni: è l’età della giovinezza, quella in cui si maturano le scelte decisive. Che questo anniversario sia allora l’occasione per lodare Dio per il percorso compiuto, facendo memoria grata di quanti vi hanno contribuito attraverso la competenza teologica e la preghiera, e possa pure rinnovare la convinzione che la piena comunione tra le nostre Chiese non solo è possibile, ma urgente e necessaria perché il mondo creda”. Papa Francesco ha quindi concluso il suo intervento proponendo di affidare il lavoro della Comissione alla Vergine Maria.