PAPA FRANCESCO E L’ALLARME SULLA NATALITÀ: “PIÙ VETERINARI CHE PEDIATRI….”

Non è passato inosservato il discorso di Papa Francesco lo scorso 18 novembre durante l’udienza con i membri della Federazione Italiana Medici Pediatri (AOOI) e dell’Associazione Otorinolaringologi Ospedalieri Italiani (FIMP): un richiamo al problema annoso della natalità in Italia come nel resto dell’Occidente, il Santo Padre si è lasciato andare ad una battuta che non pare essere piaciuta molto alla categoria medica dei veterinari.



Introducendo il discorso in Vaticano, Papa Francesco si è rivolto inizialmente ai pediatri spiegando come quella categoria in particolare è «un punto di riferimento per le giovani coppie. Li aiutate nel loro compito di accompagnare i bambini nella crescita. I figli sono sempre un dono e una benedizione del Signore». Sottolineando però la problematica di un Paese come l’Italia che continua ad invecchiare, il Pontefice ha aggiunto «speriamo che si possa invertire la tendenza, creando condizioni favorevoli perché i giovani abbiano più fiducia e ritrovino il coraggio e la gioia di diventare genitori. Forse questo non dovrei dirlo, ma lo dico: oggi si preferisce avere un cagnolino che un figlio. Il vostro compito è molto limitato, ma cresce quello dei veterinari! E questo non è un buon segnale».



LA REPLICA DEI VETERINARI E L’APPELLO SINCERO DI PAPA FRANCESCO

La categoria dei veterinari non ci sta e infatti passa qualche ora e arriva la pronta risposta a Papa Francesco anche se a distanza: «La società è cambiata, anche le esigenze, e cani e gatti oggi sono diventati ormai indispensabili. Specie nelle grandi città, dove regna l’anonimato, sono un antidoto alla solitudine. Per rimanere nella battuta – osserva all’Adnkronos Zaccaria Di Taranto, presidente della Federazione Medici veterinari e vice segretario del Sindacato Italiano Veterinari Medicina Pubblica – per noi è tutt’altro che un brutto segnale».



Secondo l’esperto, ormai in ogni famiglia con persone anziane vi è la presenza di un cane: «le esigenze sono notevolmente cambiate rispetto a tanti anni fa. C’è anche più cura nei confronti degli animali domestici. Ed e vero, il nostro lavoro è cresciuto in modo esponenziale». Secondo Di Taranto, infine, le persone ad oggi sono sempre più sole e quindi «l’animale da compagnia diventa indispensabile». Lo scorso maggio nel suo intervento agli Stati Generali della Natalità, Papa Francesco ha raccontato un episodio curioso avvenuto durante un’udienza in merito al tema del rapporto con gli animali: «Saluto la signora e lei apre la borsa. E dice: “Me lo benedice il mio bambino?”. Era un cagnolino. Lì non ho avuto pazienza e l’ho sgridata: “Signora tanti bambini hanno fame e lei col cagnolino…”». In occasione della giornata mondiale del cane nel 2022 era ancora Papa Francesco a lanciare il “monito” poi ripreso ora con le parole su pediatri e veterinari: «Qui è l’inverno demografico europeo – aveva strigliato la platea – invece dei figli preferiscono avere cani, gatti, che è un po’ l’affetto programmato: io programmo l’affetto, mi danno l’affetto senza problemi. E se c’è dolore? Beh, c’è il medico veterinario che interviene, punto. E questa è una cosa brutta. Per favore, aiutate le famiglie ad avere dei figli. È un problema umano, e anche un problema patriottico». Così in quel richiamo “oggi si preferisce avere un cagnolino che un figlio” in realtà il messaggio sincero del Papa non è tanto quello di prendersela con il mondo animale ma di risvegliare la bellezza e la testimonianza – pur nelle difficoltà – di diventare genitori.