Gli artisti ringraziano papa Francesco. In un momento storico dovuto alla pandemia di coronavirus in cui tutto il mondo dell’arte e dello spettacolo è costretto a fermarsi, causando grandi problemi economici a molti di loro, il pontefice lunedì scorso si è ricordato di loro, invitando a pregare “per gli artisti”. Commossi dal gesto hanno scritto una lunga lettera di ringraziamento, composta dallo scrittore Sandro Veronesi e firmata da dozzine di personaggi come Francesco De Gregori, Diego Abatantuono, Stefano Accorsi, Roberto Andò, Alfredo Balsamo, Marco Balsamo, Margherita Buy, Giuseppe Fiorello, Rosario Fiorello, Alessandro Haber, Valerio Mastandrea, Ferzan Ozpetek, Mimmo Paladino, Rocco Papaleo, Leonardo Pieraccioni, Fabrizia Pompilio, Sergio Rubini, Gabriele Salvatores, Giuliano Sangiorgi, Valeria Solarino, Carlo Verdone, Giovanni Veronesi. Tutte persone ben lontane dal mondo della Chiesa, rimaste però colpite dal gesto. Una lettera importante che segna anche la fine di lungo periodo di ostilità tra i due mondi, come dice Veronesi:Ma come? Proprio il Papa ci raccomanda a Dio, dopo che per secoli la Chiesa ha imposto agli artisti la sepoltura fuori dalle mura, cioè fuori dalla terra consacrata, insieme con i suicidi e i non cattolici? Proprio lui si è ricordato di noi, si è preoccupato per noi, ha pregato per noi? Non riuscivano a crederci, capito?”.



IL TUO E NOSTRO AMICO GESU’

Definisce i suoi colleghi personaggi “pazzi, ignoranti, arruffoni, sfacciati, litigiosi, insolenti, maleducati, viziosi, incapaci di comunicare degnamente un proprio stato d’animo se non per il tramite di un grande poeta che metta loro in bocca, una a una, le parole”. Aggiungendo che “la tua preghiera di lunedì, così semplice, così universale, autorizza a credere che anche tutti gli altri artisti del mondo siano in questo momento colmi di riconoscenza nei tuoi confronti, compresi quelli che vivono in Paesi i cui governi abbiano dato segno di avere a cuore, tra le tante, anche le loro tribolazioni”. Mimmo Paladino, noto scultore, ha voluto poi inviare al papa un crocefisso da lui realizzato: “È il ritratto di un altro amico — amico tuo, certo, soprattutto, ma anche nostro, amico di tutti —, che da venti secoli indica la strada della salvezza, raffigurato nella postura che lo ha reso così amato, potente e necessario”. Riaffermando la loro autonomia, Veronesi conclude citando Savonarola: “Ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi, senza chiederti nemmeno di stare fermo. Puoi muoverti quanto ti pare e piace, e noi zitti, sotto”.

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