I PRIMI STRALCI DEL NUOVO LIBRO-INTERVISTA DI PAPA FRANCESCO: “DIALOGHIAMO CON DIO”

Si intitola “Non sei solo. Sfide, risposte, speranze” il nuovo libro-intervista a Papa Francesco edito da Salani, dove il Santo Padre torna a raccontarsi tra la Riforma della Curia e la guerra, l’evangelizzazione e la cura del creato, fino al timore per una fede solo spiritualista senza “carnalità” e dialogo. Negli ampi stralci pubblicati oggi da “Avvenire” si legge del complimento ricevuto da Bergoglio quando gli viene imputato di essere il “Papa degli atei”: «Sono un pastore della Chiesa, ma sono qui per tutti. E dovrò rendere conto a Dio di ciascuno». Gesù nei suoi “3 anni di vita pubblica” fu assai critico con i dottori della legge e il predominio dell’ideologia, sottolinea ancora Papa Francesco: «Invece, l’elemento umano, persino il più miserevole, l’umanità malata, l’umanità peccatrice, l’umanità ignorata, l’accetta e appare nel Discorso della Montagna».



Lo spiritualismo, lo gnosticismo disincarnato, i valori cristiani solo in teoria, non sono fede cattolica reale, attacca il Santo Padre: «Certo, prendersi un giorno per astrarsi, contemplare la natura e respirare aria pura può essere una cosa sana. Ma tuttavia: l’isolamento dei monaci anticamente non era solo per pregare, comprendeva anche il lavoro». Guardare e affidarsi all’altro significa in primo luogo lo sguardo di Dio sul destino dell’umanità: nel libro il Papa racconta cosa dice e pensa quando prega, «A volte ripeto delle formule, altre me ne resto in silenzio davanti a Dio. Da questo punto di vista sono libero. Ma la preghiera non può essere ridotta a degli schemi». Secondo Papa Francesco, occorre pregare per come si è sempre nella vita di tutti i giorni, ovvero «con le mani sporche e tenendo presenti due aspetti che appartengono sia alla preghiera che alla vita: il coraggio, interpretato come parresia, ovvero parlare francamente, dire tutto, e la pazienza nel senso di sopportazione». Il Santo Padre celebra poi la figura del romanziere russo Fedor Dostoevskij in quanto testimone della domanda religiosa che sfida il Mistero: «Un maestro della domanda è Dostoevskij, che si chiede perché i bambini soffrano e non trova una risposta. Ci sono tragedie che non si possono spiegare. Per esempio la morte di un bambino in un incidente. Mi hanno chiesto molto in merito a questo argomento durante la mia vita sacerdotale. Rispondo che non ho una risposta e che guardino il crocifisso perché sia il Signore a rispondere».



ISLAM RADICALE, FONDAMENTALISMO E COLPE OCCIDENTE: IL MONITO DI PAPA FRANCESCO

In altre anticipazioni sempre dello stesso libro-intervista in uscita questa settimana, Papa Francesco si concentra sulle difficoltà nel rapporto tra fede, estremismi e fondamentalismi, così come affronta l’argomento della difficile integrazione dei migranti nei Paesi occidentali. L’esclusione che scatta spesso nei confronti dei rifugiati, secondo il Pontefice, rischia di portare a conseguenze ed effetti tragici: «Chiediamoci quale futuro può avere un giovane a cui, quando cerca un lavoro, sbattono tutte le porte in faccia per il semplice fatto di avere origini diverse. Il rischio di cadere nell’alcolismo, nella droga o di delinquere per sopravvivere è alto. Finanche nella tentazione del suicidio. Per non parlare di chi invece si ritrova coinvolto con l’Isis».



Secondo il Papa occorre però che siano gli stessi migranti ad essere disposti ed aperti all’integrazione, abbracciando una tradizione culturale diversa da alla loro: non va però dimenticata l’importanza della religione in questo contesto, come dimostra lo scontro sanguinoso in corso in Medio Oriente proprio in queste settimane. «È vero che l’ideologizzazione dell’elemento religioso, quello che in Africa si chiama islam radicale, è un problema e rappresenta una perversione della religiosità perché l’islam, in verità, è una religione di pace e la maggior parte dei suoi membri sono pacifici», sottolinea Papa Francesco nel libro in uscita in questi giorni. Come dicono gli stessi arabi moderati, «o si è terroristi o si è musulmani», anche se poi il Pontefice allarga il discorso oltre l’Islam, «detto tra parentesi, il fondamentalismo lo troviamo in tutte le religioni». Per Papa Francesco l’Occidente non è esente da colpe sul fronte terrorismo: «diverse colpe per le condizioni di quei Paesi, le quali sarebbero conseguenze del colonialismo e, in particolare, dell’appropriazione delle loro risorse naturali. Ma anche del fallimento dell’Occidente nel suo tentativo di importare la propria tipologia di democrazia in certi Paesi con una cultura, non dico tribale, ma di stampo simile».