Arriva da Papa Francesco l’allarme globale sulla guerra in corso tra Armenia e Azerbaigian per il controllo del territorio conteso fin dal 1994 del Nagorno-Karabakh: i violentissimi scontri ripresi nelle ultime settimane per la rinnovata acredine del Governo azero (con il presidente in crisi di consensi e tra i migliori alleati della Turchia nella Regione del Caucaso) hanno portato il Santo Padre a lanciare un appello accorato durante l’ultimo Angelus di questa domenica 19 luglio 2020. «Sulla scorta di una recente Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, rinnovo l’appello ad un cessate-il-fuoco globale e immediato, che permetta la pace e la sicurezza indispensabili per fornire l’assistenza umanitaria necessaria», spiega il Papa non prima di sottolineare più da vicino il caso del Nagorno che preoccupa la comunità internazionale.



L’ALLARME DEL PAPA PER LA GUERRA DEL NAGORNO-KARABAKH

«Seguo con preoccupazione il riacuirsi, nei giorni scorsi, delle tensioni armate nella regione del Caucaso, tra Armenia e Azerbaigian. Mentre assicuro la mia preghiera per le famiglie di coloro che hanno perso la vita durante gli scontri, auspico che, con l’impegno della Comunità internazionale e attraverso il dialogo e la buona volontà delle parti, si possa giungere ad una soluzione pacifica duratura, che abbia a cuore il bene di quelle amate popolazioni», conclude Papa Francesco nell’Angelus da Piazza San Pietro. Il 12 luglio scorso l’attacco militare condotto dall’Azerbaigian ha visto la dura risposta armena e non solo per il Vaticano l’escalation è un pessimo segnala per la già complicata pace in quella regione. Il portavoce del ministero della difesa dell’Azerbaijan ha annunciato di recente che le forze armate azere potrebbero lanciare un attacco missilistico sulla centrale nucleare di Metsamor che si trova in Armenia (ma al confine con la Turchia): il “rischio Chernobyl” è tutt’altro che inventato con l’Armenia che ha richiesto la protezione della comunità internazionale per la situazione del Medio Oriente e del Caucaso, qualora gli azeri lancino effettivamente l’attacco missilistico. «L’Armenia pagherà il prezzo per lo scontro con l’Azerbaigian», ha invece commentato la diplomazia di Ankara.



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