LA LETTERA DI PAPA FRANCESCO SULLA CHIESA IN GERMANIA: DA DOVE NASCE E PERCHÈ

Papa Francesco lancia un nuovo “messaggio” di monito alla Chiesa di Germania dopo la conclusione del Sinodo locale inaugurato nel 2020 dalla Conferenza Episcopale Tedesca (all’epoca guidata dal cardinale Marx, seguito poi dal cardinale Bätzing. Ne dà notizia la stampa del Vaticano mostrando la risposta di Papa Francesco ad una lettera inviata da quattro donne tedesche ex delegate del Sinodo di Berlino: è il Pontefice a rispondere loro di essere molto preoccupato «per gli ormai numerosi passi concreti con cui grandi porzioni di questa Chiesa locale continuano a minacciare di allontanarsi sempre più dal cammino comune della Chiesa universale».



La lettera iniziale era stata inviata lo scorso 6 novembre dalla teologa morale Katharina Westerhorstmann, la teologa Marianne Schlosser, la filosofa Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz e la pubblicista Dorothea Schmidt: in quella missiva venivano espressi diversi dubbi e timori in merito ai risultati del cammino sinodale concluso tra primavera ed estate 2023. Il Sinodo di Germania ha coinvolto 230 delegati, tra vescovi, sacerdoti, laici e laiche, chiamata a discutere in particolare di possibili “aperture” sulla morale cattolica su temi controversi come la benedizione delle coppie gay, il celibato dei preti, gli abusi pedofili e il ruolo delle donne con possibilità di ordinarle prete. Tutti i temi sono confluiti nei 4 documenti presentati a fine marzo scorso: ebbene, le 4 ex delegate di quel Sinodo hanno deciso di scrivere in Vaticano chiedendo lumi in particolare della costituzione di un “Consiglio Sinodale teso a preparare l’introduzione di un consiglio direttivo e decisionale”.



COSA DICE PAPA FRANCESCO SUL FUTURO DELLA CHIESA TEDESCA: “PREGO PER L’UNITÀ”

Papa Francesco nella lettera di risposta fa riferimento effettivo a quel Comitato spiegando che tale organismo «nella forma delineata nel relativo testo della decisione, non può essere armonizzato con la struttura sacramentale della Chiesa cattolica». La medesima costituzione è stata infatti bocciata sonoramente dal Vaticano con una lettera del 16 gennaio 2023, approvata dal Papa. Nel luglio 2022 il Vaticano espresse ferma posizione in merito alle “aperture” del Sinodo tedesco: «Per tutelare la libertà del popolo di Dio e l’esercizio del ministero episcopale, pare necessario precisare che il ‘Cammino sinodale’ in Germania non ha facoltà di obbligare i Vescovi ed i fedeli ad assumere nuovi modi di governo e nuove impostazioni di dottrina e di morale. Non sarebbe lecito avviare nelle diocesi, prima di un’intesa concordata a livello di Chiesa universale, nuove strutture ufficiali o dottrine, che rappresenterebbero una ferita alla comunione ecclesiale e una minaccia all’unità della Chiesa».



Lo scorso gennaio poi la durissima lettera a firma del cardinale Pietro Parolin (segretario di Stato vaticano), il cardinale Luis Ladaria (all’epoca prefetto del dicastero per la dottrina della fede) e il cardinale Marc Ouellet, prefetto del dicastero per i vescovi, espresse l’intento di stoppare il Consiglio Sinodale locale in quanto si sarebbe messo a rischio l’autonomia dei vescovi nei legami con la Chiesa Cattolica universale. Nel documento inviato da Papa Francesco il 10 novembre alle 4 ex delegate del Sinodo tedesco, il Santo Padre fa riferimento alla Lettera al Popolo di Dio che è in cammino in Germania, pubblicata il 29 giugno 2019: in quelle pagine il Vescovo di Roma «richiamava i vertici della Chiesa in Germania a camminare verso la giusta strada, quella del Vangelo, senza trascendere in derive funzionaliste o riduzionismi ideologici». Ricordando quel documento a cui poi è seguito il “diktat” sul non cambiare elementi dottrinali a livello locale, Papa Francesco scrive ancora «Invece di cercare la ‘salvezza’ in comitati sempre nuovi e, con una certa autoreferenzialità, di discutere sempre degli stessi temi, nella mia Lettera al Popolo di Dio che è in cammino in Germania ho voluto ricordare la necessità della preghiera, della penitenza e dell’adorazione e invitare ad aprirsi e ad uscire per andare incontro ai nostri fratelli, soprattutto a quelli che sono abbandonati sulla soglia delle nostre chiese, in strada, in carceri e ospedali, piazze e città». Nei precedenti incontri in Vaticano tra Papa Francesco e il Presidente dei vescovi tedeschi monsignor Georg Bätzing si confermava l’impossibilità di uno scisma che sarebbe un trauma “inutile” per l’unità della Chiesa europea: «Siamo cattolici – diceva Bätzing – e quello vogliamo rimanere».