IL PICCOLO GRANDE PRESEPE DI PAPA FRANCESCO

Può essere piccolo, grande, ricco o umile, ma resta il presepe: per Papa Francesco non interessa il “prestigio” della rappresentazione della Natività, ma ciò che si porta dietro, quel senso che tende al Natale di Cristo come era nelle idee originali di San Francesco (inventore del Sacro Presepe a Greccio). Nell’introduzione al libro “Il mio presepe. Vi racconto i personaggi del Natale” – una raccolta di testi, scritti e omelie dedicate al presepe – è lo stesso Papa Francesco a insistere sull’elogio della “piccolezza”, anche davanti alla maestosità della venuta al mondo del Signore.



«Il mistero cristiano – scrive il Pontefice nell’introduzione al libro edito da Piemme e Libreria Editrice Vaticana – ama nascondersi dentro ciò che è infinitamente piccolo». In effetti, per Papa Francesco l’incarnazione di Gesù Cristo «resta il cuore della rivelazione di Dio, anche se si dimentica facilmente che il suo dispiegarsi è così discreto al punto da passare inosservato». La piccolezza è la strada per incontrare Dio, lo ha detto Gesù stesso nei suoi 3 anni di vita pubblica missionaria: «salvaguardare lo spirito del presepe diventa una salutare immersione nella presenza di Dio che si manifesta nelle piccole, talora banali e ripetitive, cose quotidiane». Il piccolo grande presepe per Papa Francesco insegna a tutti come si possa rinunciare a ciò che seduce per capire le vere vie del Signore: «I pastori nel presepe sono quelli che accolgono la sorpresa di Dio e vivono con stupore l’incontro con Lui, adorandolo: nella piccolezza riconoscono il volto di Dio. Umanamente siamo tutti portati a ricercare la grandezza, ma è un dono saperla trovare davvero: saper trovare la grandezza in quella piccolezza che Dio tanto ama».



PAPA FRANCESCO: “STUPORE E MERAVIGLIA PER LO SPIRITO DEL PRESEPE”

Nell’Angelus del 15 dicembre 2019, benedicendo i “bambinelli” del presepe in Piazza San Pietro, Papa Francesco ribadì come il Sacro Presepe sia come un Vangelo vivo, «Mentre contempliamo la scena del Natale, siamo invitati a metterci spiritualmente in cammino, attratti dall’umiltà di Gesù, Dio, Colui che si è fatto uomo per incontrare ognuno di noi. E scopriamo che Egli ci ama a tal punto da unirsi a noi, perché anche noi possiamo unirci a Lui». Stupore e meraviglia sono i due sentimenti che emozionano tutti fin da piccoli davanti al presepe, aggiunge Papa Francesco nell’introduzione al libro fresco d’uscita.



Stupore e meraviglia «come un Vangelo vivo che trabocca dalle pagine della Sacra Scrittura. Non è importante come si allestisce il presepe, può essere sempre uguale o modificarsi ogni anno; ciò che conta è che esso parli alla vita», scrive il Pontefice. Ricordando quel primo presepe della storia nel Natale 1223 voluto da San Francesco, il biografo del Santo Poverello Tommaso da Celano descrive quella notte come una scena pienamente affine alla Sacra Famiglia: «La gente accorsa manifestò una gioia indicibile, mai assaporata prima, davanti alla scena del Natale. Poi il sacerdote, sulla mangiatoia, celebrò solennemente l’Eucaristia, mostrando il legame tra l’Incarnazione del Figlio di Dio e l’Eucaristia. In quella circostanza, a Greccio, non esisteva nessuna statuina: il presepe venne realizzato e vissuto da quanti erano presenti». Per questo motivo, conclude Papa Francesco, in quel primo presepe si realizzò una grande opera di evangelizzazione: ebbene, «possa anche oggi essere l’occasione per suscitare stupore e meraviglia. Così, ciò che san Francesco iniziò con la semplicità di quel segno permane fino ai nostri giorni, come una genuina forma della bellezza della nostra fede».