L’ANGELUS DI PAPA FRANCESCO INCENTRATO SULLA GUERRA IN UCRAINA

Vladimir Putin «fermi per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte»; allo stesso tempo, Volodymyr Zelensky «sia aperto a serie proposte di pace»: il duplice appello di Papa Francesco che arriva dall’Angelus è netto, tangibile e ferreo. Per una volta è l’intero Angelus da Piazza San Pietro ad essere completamente dedicato alla guerra in Ucraina: non più solo un appello finale dopo la riflessione sul Vangelo ma proprio l’intero spazio dedicato alla preghiera domenicale è rivolto alla promozione della pace davanti al radicalizzarsi sempre più vasto della guerra.



Il Papa si rivolge alla Russia per fermare tanto le ostilità sul suolo ucraino, quanto il rischio concreto di un’escalation nucleare non esclusa dal Cremlino: l’appello volge poi verso il Governo di Kiev e tutti i responsabili della comunità internazionale, nessuno escluso. L’invito di Papa Francesco non è infatti solo quello già importante del cessate il fuoco ma di una prospettiva a breve termine che possa realmente riportare la pace alle soglie dell’Europa. Mentre domani l’ambasciatore russo in Italia Sergei Razov è stato convocato in Farnesina (sede del Ministero degli Esteri a Roma, ndr) per «un’iniziativa in ambito Ue», il segnale che arriva dal Vaticano è altrettanto forte. «L’andamento della guerra in Ucraina è diventato talmente grave, devastante e minaccioso, da suscitare grande preoccupazione. Per questo oggi vorrei dedicarvi l’intera riflessione prima dell’Angelus. Infatti, questa terribile e inconcepibile ferita dell’umanità, anziché rimarginarsi, continua a sanguinare sempre di più, rischiando di allargarsi», ha introdotto Papa Francesco nell’Angelus del 2 ottobre 2022.



IL DOPPIO APPELLO DI PAPA FRANCESCO A PUTIN E ZELENSKY

Un duplice appello, tutt’altro che “formale” quello che Papa Francesco ha poi rivolto ai due leader in “campo” nell’assurda e sanguinosa guerra in Ucraina: «Il mio appello si rivolge innanzitutto al Presidente della Federazione Russa, supplicandolo di fermare, anche per amore del suo popolo, questa spirale di violenza e di morte», sottolinea il Santo Padre rivolgendosi direttamente a Vladimir Putin. Ma non finisce qui l’appello di Papa Francesco: «D’altra parte, addolorato per l’immane sofferenza della popolazione ucraina a seguito dell’aggressione subita, dirigo un altrettanto fiducioso appello al Presidente dell’Ucraina ad essere aperto a serie proposte di pace». A tutti i protagonisti della comunità internazionale, chiarisce ancora il Papa, «chiedo con insistenza di fare tutto quello che è nelle loro possibilità per porre fine alla guerra in corso, senza lasciarsi coinvolgere in pericolose escalation, e per promuovere e sostenere iniziative di dialogo. Per favore, facciamo respirare alle giovani generazioni l’aria sana della pace, non quella inquinata della guerra, che è una pazzia!».



Dopo 7 mesi di guerra in Ucraina, conclude l’Angelus di Papa Francesco, ora si faccia realmente ricorso «a tutti gli strumenti diplomatici, anche quelli finora eventualmente non utilizzati, per far finire questa immane tragedia. La guerra in sé stessa è un errore e un orrore!». Per Papa Francesco il dolore della guerra è tutt’altro che “nominale”: «Mi affliggono i fiumi di sangue e di lacrime versati in questi mesi. Mi addolorano le migliaia di vittime, in particolare tra i bambini, e le tante distruzioni, che hanno lasciato senza casa molte persone e famiglie e minacciano con il freddo e la fame vasti territori. Certe azioni non possono mai essere giustificate, mai!». È angosciante, secondo Papa Bergoglio, che il mondo ad oggi stia imparando la geografia dell’Ucraina «attraverso nomi come Bucha, Irpin, Mariupol, Izium, Zaporizhzhia e altre località, che sono diventate luoghi di sofferenze e paure indescrivibili. E che dire del fatto che l’umanità si trova nuovamente davanti alla minaccia atomica? È assurdo». La preghiera finale è rivolta al Cielo e a Colei che possa intercedere con la Trinità cristiana: spiega Papa Francesco dal balcone in Piazza San Pietro prima dell’Angelus «Confidiamo nella misericordia di Dio, che può cambiare i cuori, e nell’intercessione materna della Regina della pace, nel momento in cui si eleva la Supplica alla Madonna del Rosario di Pompei, spiritualmente uniti ai fedeli radunati presso il suo Santuario e in tante parti del mondo».