IL “PIANO DI PACE” DI PAPA FRANCESCO PER LA GUERRA IN UCRAINA
Papa Francesco lo aveva detto in tempi “non sospetti” ad inizio guerra, lo ha ribadito lo scorso febbraio e ora lo riconferma nelle tante interviste rilasciate in vista dei 10 anni di Pontificato: il Vaticano è in prima linea per un possibile piano di pace atto alla tregua fra Ucraina e Russia. Per metterlo in pratica però il Papa ha sempre ribadito che occorre la sua visita tanto a Kiev quanto in Mosca, prima ancora di un faccia a faccia tra i due leader in guerra direttamente in Vaticano: nell’intervista al quotidiano argentino “La Nacion” – pubblicata in ampi stralci oggi dal “Corriere della Sera” – Papa Francesco ha spiegato come il Vaticano stia continuando a lavorare per un «servizio di pace».
In merito alla possibile mediazione della Chiesa Cattolica nel conflitto, il Pontefice ha aggiunto «Sono disposto ad andare a Kiev. Voglio andare a Kiev. Ma a condizione che io vada a Mosca. Andrò in entrambi i posti o in nessuno dei due». Sull’effettivo faccia a faccia tra Zelensky e Putin, magari anche in Vaticano, invece la questione è decisamente più complicata: «Detto così, non lo so. Ma è plausibile un incontro dei delegati mondiali su questo». Insomma, un piano di pace “realistico” con diversi punti scritti ancora mancherebbe anche perché la diplomazia vaticana predilige da sempre l’incontro, il dialogo “personale” prima di ogni potenziale accordo politico.
PACE IN UCRAINA, LA MEDIAZIONE DI ISRAELE: COSA HA DETTO PAPA FRANCESCO
Nei colloqui con i cronisti stranieri Papa Francesco ha sottolineato in più occasioni che in merito al dramma della guerra in Ucraina – «della martoriata Ucraina», ripete spesso – vi sarebbero il coinvolgimento attivo per una possibile pace di diversi altri elementi oltre al Vaticano. «C’è anche un gruppo israeliano che sta lavorando su questo. Diversi che probabilmente si uniscono e possono fare qualcosa, giusto? Il Vaticano sta lavorando», risponde ancora Papa Francesco alla “Nacion”. A “Il Fatto Quotidiano” Papa Francesco rileva invece come «La pace nella martoriata Ucraina e in tutti gli altri Paesi che soffrono l’orrore della guerra che è sempre una sconfitta per tutti, per tutti», mentre lavorare per la pace significa in prima battuta «non investire in queste fabbriche di morte. Mi fa soffrire pensare che se non si facessero armi per un anno, finirebbe la fame nel mondo perché quella delle armi è l’industria più grande del pianeta».
Nell’altra intervista – anticipata negli scorsi giorni in Italia – alla RSI della Svizzera, Papa Bergoglio aveva riferito che il Presidente russo Vladimir Putin «sa che sono a disposizione. Gli parlerei chiaramente come parlo in pubblico. È un uomo colto. Il secondo giorno della guerra sono stato all’ambasciata di Russia presso la Santa Sede a dire che ero disposto ad andare a Mosca a patto che Putin mi lasciasse una finestrina per negoziare […] Putin sa che sono a disposizione. Ma li’ ci sono interessi imperiali, non solo dell’impero russo, ma degli imperi di altre parti. Proprio dell’impero è mettere al secondo posto le nazioni». Il vero campo di battaglia globale di una terza guerra mondiale a “pezzetti” è e continua ad essere l’Ucraina: «Lì lottano tutti. Questo fa pensare all’industria delle armi. Un tecnico mi diceva: se per un anno non si producessero le armi sarebbe risolto il problema della fame nel mondo. È un mercato. Si fa la guerra, si vendono le armi vecchie, si provano le nuove», ha concluso Papa Francesco alla RSI.