IL CONCLAVE DEL 2013… E IL PROSSIMO: COSA HA DETTO PAPA FRANCESCO

Tra i tanti argomenti affrontati da Papa Francesco nella sua nuova autobiografia “Life. La mia storia nella Storia”, in uscita in questi giorni, diversi elementi vengono anticipati oggi dal “Corriere della Sera” nell’anteprima mondiale del libro scritto a 4 mani con il vaticanista di Mediaset Federico Marghese Ragona. Dal Conclave del 2013 a quello futuro, passando per lo stretto legame con il Papa Emerito Joseph Ratzinger, nato al cielo lo scorso 31 dicembre 2022, con annesse polemiche per le forti diversità di approccio e Magistero dei due Papati.



«È da qualche battuta come “hai preparato il discorso” che mi accorsi che alcuni pensavano a me come nuovo Papa nel 2013», racconta il Santo Padre nel nuovo libro anticipato oggi da Aldo Cazzullo in due paginate sul “Corriere”.. Il vero segnale si ebbe però con il cardinale Santos Abril y Castell che chiese all’allora arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio: «Eminenza, scusi per la domanda, ma è vero che a lei manca un polmone?». Alla risposta del Papa sul fatto che mancava in realtà solo una parte del polmone, asportato quando aveva 21 anni, il cardinale si fece quasi scocciato: «Queste manovre dell’ultimo momento….». Già alla prima votazione ebbe molti a favore ma non bastarono per la fumata bianca: «Poi, alla terza votazione di quel pomeriggio, al settantasettesimo voto, quando il mio nome raggiunse i due terzi delle preferenze, tutti fecero un lungo applauso». La scelta del nome di Francesco arrivò dopo che il cardinale brasiliano Claudio Hummes gli ripetè bonariamente dopo l’elezione «non dimenticarti dei poveri».



Quando poi racconta nell’autobiografia dell’esperienza terribile vissuta dal mondo e dalla Chiesa durante la pandemia Covid, Papa Francesco si lascia andare ad una “frecciatina” non da poco: «quando sono stato ricoverato in ospedale più volte per vari motivi ho notato che qualcuno era più interessato alla politica, a fare campagna elettorale, pensando quasi a un nuovo conclave». Subito dopo è Bergoglio a ribadire che comunque tutto ciò è “normale” e “umano”, «non c’è da scandalizzarsi». Quando il Papa è in ospedale, continua, di pensieri se ne fanno molti «e c’è chi chi specula per proprio tornaconto o per guadagno sui giornali. Per fortuna, nonostante i momenti di difficoltà, non ho mai pensato alle dimissioni».



IL RAPPORTO TRA PAPA FRANCESCO E BENEDETTO XVI, LA DECISIONE COMUNE DI NON FARLO VIVERE IN RITIRO DAL MONDO

Sempre sulle dimissioni però Papa Francesco ribadisce nella sua autobiografia “Life” che in realtà è sua convinzione – nonché lo dice il Magistero della Chiesa – «il ministero petrino è ad vitam, dunque non vedo condizioni per una rinuncia. Le cose cambierebbero se subentrasse un grave impedimento fisico, e in quel caso ho già firmato all’inizio del pontificato la lettera con la rinuncia che è depositata in Segreteria di Stato». A quel punto, se proprio dovesse succedere, Papa Bergoglio annuncia che non vorrà farsi chiamare “Papa Emerito”, ma semplicemente «vescovo emerito di Roma, e mi trasferirei a Santa Maria Maggiore per tornare a fare il confessore e portare la comunione agli ammalati».

Resta comunque un’ipotesi molto lontana, rassicura Francesco, in quanto ad oggi non vi sono motivi seri per farlo pensare ad una rinuncia: «Qualcuno negli anni forse ha sperato che prima o poi, magari dopo un ricovero, facessi un annuncio del genere – seconda “frecciata”, ndr – ma non c’è questo rischio: grazie al Signore, godo di buona salute e, a Dio piacendo, ci sono molti progetti ancora da realizzare». Pensando a chi invece ha cambiato per sempre la storia della Chiesa proprio con delle dimissioni – o meglio, con una “rinuncia” – facendosi chiamare Papa Emerito è proprio il protagonista di un lungo rapporto con l’attuale Papa regnante: Francesco racconta dell’amarezza nel vedere come Papa Benedetto XVI sia stato «strumentalizzato con scopi ideologici e politici da gente senza scrupoli che, non avendo accettato la sua rinuncia, ha pensato al proprio tornaconto e al proprio orticello da coltivare, sottovalutando la drammatica possibilità di una frattura dentro la Chiesa».

Rispondendo alle critiche sollevate negli anni, Papa Francesco rivela che già nella prima visita fatta da Papa eletto presso Ratzinger a Castel Gandolfo, decisero un cambio di strategia rispetto a quanto inizialmente aveva pensato Benedetto XVI: «Decidemmo insieme che sarebbe stato meglio che non vivesse nel nascondimento, come aveva inizialmente ipotizzato, ma che vedesse gente e partecipasse alla vita della Chiesa. Purtroppo servì a poco, perché le polemiche in dieci anni non son mancate e hanno fatto male a entrambi».