COSA HA DETTO PAPA FRANCESCO SUL RESPINGIMENTO DEI MIGRANTI E PERCHÈ PARLA DI “PECCATO GRAVE”

È all’interno della catechesi dedicata al “Mare e al Deserto” che Papa Francesco ha tuonato sul tema dell’immigrazione invitando tutti (tanto in Europa quanto nel resto del mondo) a considerare le leggi restrittive sui migranti non una vera soluzione al problema. «Respingere i migranti è un peccato grave»: così durante l’udienza Generale del 28 agosto 2024 il Santo Padre ha chiarito quanto già ribadito all’interno dell’Enciclica “Fratelli Tutti”, laddove invitava ad osservare l’emergenza migratoria nel profondo delle tante vite lacerate da fame, guerra e vessazioni.



Secondo Papa Francesco da decenni ormai c’è chi opera sistematicamente e con ogni mezzo «per respingere i migranti – per respingere i migranti. E questo, quando è fatto con coscienza e responsabilità, è un peccato grave». Dietro al tema politico si affaccia anche quello umanitario e criminale, con il responsabile traffico di migranti che purtroppo da decenni “opera” verso l’Italia e gli altri Stati europei sul Mediterraneo. Papa Bergoglio ricorda come solo Dio vede davvero e ascolta il grido dei tanti abbandonati e morti in mare: alcune sono morti “naturali”, moltissime invece quelle causate dal traffico indegno di esseri umani. Ma è solo «unendo le forze» che si può davvero «combattere la tratta di esseri umani, per fermare i criminali trafficanti che senza pietà sfruttano la miseria altrui»: Papa Francesco lancia un appello a tutti i governanti affinché possano realmente riconoscere un punto comune di base, da destra a sinistra, «In quei mari e in quei deserti mortali, i migranti di oggi non dovrebbero esserci e ce ne sono, purtroppo». Secondo Papa Francesco non sono le leggi che restringono gli arrivi di migranti a potere risolvere la situazione , così come la militarizzazione delle frontiere: l’obiettivo fissato dalla Chiesa è quello di creare sempre più vie di accesso regolari per i migranti in arrivo, in aggiunta ad una «governance globale delle migrazioni fondata sulla giustizia, sulla fratellanza e sulla solidarietà».



LA LETTURA “POLITICA” DELL’UDIENZA DI PAPA FRANCESCO SUI MIGRANTI: DALLA “SCOMUNICA DEL GOVERNO” AL DISCORSO “EQUILIBRATO CHE GUARDA ALLA UE”

Chi si “sveglia” oggi nello scoprire l’attenzione e la costante vicinanza che Papa Francesco ha sempre destinato ai migranti e ai rifugiati di ogni terra e confine o è particolarmente sbadato o, più che altro, particolarmente in malafede. Papa Francesco dal 2013 ciclicamente ritorna sul tema chiave delle immigrazioni, confermando la medesima posizione in merito all’accoglienza di chi “avventura” per mari in una da guerre e devastazioni. A prescindere dal colore politico degli ultimi svariati governi, Papa Francesco ha sempre ribadito che è compito primario sul fonte migranti il salvare loro la vita: allo stesso tempo, ha anche sempre ritenuto criminale e indegno il traffico degli esseri umani, invitando le nazioni a metodi e sviluppi all’altezza per fermare le tratte nel Mediterraneo.



Accostare dunque l’Udienza Generale di ieri come un mero attacco al Governo Meloni non ci pare esempio di grande obiettività: certo, la linea di pensiero del Pontefice non muta e si trova sui migranti non esattamente allo stesso punto del Centrodestra. Eppure il piano Piantedosi-Meloni mira al contempo a salvare le persone naufragate in mare aperto, come operare con i Governi esteri per impedire le partenze tramite trafficanti e giri criminali. Nella lettura “politica” fatta successivamente alle parole di Papa Francesco sul “peccato grave” nel respingere i migranti, come sempre le “tifoserie” si dividono in due gruppi: chi approfitta del Santo Padre per attaccare il Governo, e chi fa “spallucce” pensando che il tema dell’immigrazione sia una questione lontana e non urgente da affrontare.

È difficile invece trovare una posizione che tenta di rimanere nel “guado” della contesa, ritenendo giuste le richieste del Papa così come sensati gli obiettivi di ogni Governo che si trova a dover gestire (per non subire) le ondate migratorie. Ridurre gli arrivi significa anche ridurre le morti in mare (punto a favore del Governo Meloni), al contempo avere una linea ferma sull’immigrazione non significa affatto non soccorrere chi arriva: almeno questo fatto sotto nessun Governo e nessun inquilino al Viminale è mai venuto meno. Diverso invece puntare l’obiettivo verso chi da troppi anni ormai ritiene gli sforzi di Italia, Grecia, Cipro (e in parte Spagna) non “urgenti da aiutare”: è l’Europa che deve compiere un autentico cambio di passo, crescere nel sostegno ai Paesi di frontiera e non limitarsi a lasciare soli i Governi. Qualche sforzo sul fine della scorsa legislatura è stato fatto ma serve fare molto, ma molto di più, proprio come invita Papa Francesco.