Dopo il recente Motu Proprio sui processi in Vaticano e sulla giustizia nella Santa Sede, da ieri Papa Francesco ha siglato la nuova Costituzione Apostolica “Pascite Gregem Dei con la quale viene riformato il Libro VI del Codice di Diritto Canonico. «Pascete il gregge di Dio, sorvegliandolo non perché costretti ma volentieri, come piace a Dio», inizia con le parole dell’agosto Pietro la Costituzione voluta dal Santo Padre per rivoluzionare le sanzioni penali previste dal diritto vaticano. Entrerà in vigore dal prossimo 8 dicembre e rientra nel vasto progetto di riforme iniziate già da Benedetto XVI nel 2007 e continuate/aggiunte da Francesco dopo il 2013.



«Per rispondere adeguatamente alle esigenze della Chiesa in tutto il mondo – spiega Francesco nel siglare la Costituzione Apostolica – appariva evidente la necessità di sottoporre a revisione anche la disciplina penale promulgata da San Giovanni Paolo II, il 25 gennaio 1983, nel Codice di Diritto Canonico, e che occorreva modificarla in modo da permettere ai Pastori di utilizzarla come più agile strumento salvifico e correttivo, da impiegare tempestivamente e con carità pastorale ad evitare più gravi mali e lenire le ferite provocate dall’umana debolezza».



I NUOVI REATI DEL DIRITTO CANONICO

Papa Francesco ricorda poi come la Chiesa fin dalla sua costituzione si è data delle proprie regole di condotta che hanno contribuito a rendere «unito il Popolo di Dio e della cui osservanza sono responsabili i Vescovi». In questo senso, misericordia e carità richiedono sempre che «un Padre si impegni anche a raddrizzare ciò che talvolta diventa storto». Il compito va portato a termine come, scrive ancora il Papa, «concreta ed irrinunciabile esigenza di carità non solo nei confronti della Chiesa, della comunità cristiana e delle eventuali vittime, ma anche nei confronti di chi ha commesso un delitto, che ha bisogno all’un tempo della misericordia che della correzione da parte della Chiesa».



Dopo i vari scandali degli ultimi decenni, Bergoglio sostiene vi sia la necessità di “voltare pagina” e così «la carità richiede che i Pastori ricorrano al sistema penale tutte le volte che occorra, tenendo presenti i tre fini che lo rendono necessario nella comunità ecclesiale, e cioè il ripristino delle esigenze della giustizia, l’emendamento del reo e la riparazione degli scandali». La Costituzione Apostolica introduce diverse modifiche tra reati e condotte da osservare dal prossimo dicembre 2021: «migliorato dal punto di vista tecnico, soprattutto per quanto concerne aspetti fondamentali del diritto penale, quali ad esempio il diritto di difesa, la prescrizione dell’azione penale, una più precisa determinazione delle pene». Tra le norme che certamente faranno più discutere, quelle del nuovo canone 1397 «Tra le norme inserite nella nuova stesura del Libro VI, vi è il canone 1397: “Chi procura l’aborto ottenendo l’effetto incorre nella scomunica latae sententiae”»; non solo, il canone 1398 dispone che «sia punito con la privazione dell’ufficio e con altre giuste pene, non esclusa, se il caso lo comporti, la dimissione dallo stato clericale, il chierico che commette un delitto contro il sesto comandamento del Decalogo (non commettere atti impuri, ndr) con un minore o con persona che abitualmente ha un uso imperfetto della ragione o con quella alla quale il diritto riconosce pari tutela».