LE NUOVE NOMINE DI PAPA FRANCESCO “TERREMOTANO” LA DIOCESI DI ROMA: COSA È SUCCESSO CON DE DONATIS E LIBANORI
“Promoveatur ut amoveatur”: dalle parti del Vaticano viene “letta” così la decisione a sorpresa operata da Papa Francesco nelle scorse ore di nominare il cardinale Angelo De Donati al ruolo di Penitenziere Maggiore, di fatto “decapitando” la Diocesi di Roma che al momento resta senza vicario ausiliario, ruolo di grande raccordo tra il Santo Padre e la città di Roma. Ad un anno dal Giubileo 2025 continua l’opera di “ristrutturazione” in Vaticano, anche se questa volta stupisce l’azione di Papa Francesco dato il profondo legame che lo ha sempre contraddistinto con il cardinale De Donatis, stimato vescovo ausiliario della Diocesi più importante al mondo: l’impressione, raccontano ‘spifferi’ dalla Santa Sede è che appunto la promozione al prestigioso ruolo di Penitenziere Maggiore sia in realtà una mossa diplomatica per rimuoverlo dalla Diocesi di Roma e dal ruolo di Arciprete della Basilica Papale di San Giovanni in Laterano.
Assieme alla nomina di De Donatis, stupisce anche una seconda mossa operata da Papa Francesco e comunicata dal bollettino della Sala Stampa Vaticana lo scorso 6 aprile: «Il Romano Pontefice ha nominato Assessore del Santo Padre per la Vita Consacrata Sua Eccellenza Reverendissima Monsignore Daniele Libanori, S.I., finora Vescovo Ausiliare della Diocesi di Roma». Prima De Donatis, poi Libanori, per alcuni esperti di ambienti vaticani in realtà in “rotta di collisione” da tempo dopo il caso che coinvolge il reverendo ex gesuita Marko Rupnik (spieghiamo nel dettaglio qui sotto, ndr). Al momento non è stato comunicato un sostituto di De Donatis come vicario del Papa a Roma anche se resta al momento in carica monsignor Baldassare Reina come vicegerente (figura ideata nella nuova Costituzione del Vicariato, varata da Papa Bergoglio il 6 gennaio 2023). La riforma della Curia romana procede dunque in vista del Giubileo ma stupisce a così pochi mesi dall’evento il “siluramento” di uno dei principali protagonisti della gestione di Roma e del Vaticano nei delicati mesi dell’Anno Santo giubilare.
Con una lettera di commiato il cardinale De Donatis ringrazia Papa Francesco per i 9 anni da vescovo ausiliario di Roma: «Mi ha chiesto di collaborare con lui nel servire il tesoro più prezioso, la sua Sposa, mi ha scelto ed è venuto ad impormi le mani per ordinarmi vescovo nel giorno della dedicazione della Cattedrale Lateranense il 9 novembre del 2015. Ho compreso sempre di più – prosegue la lettera disponibile qui integralmente, ndr – che questa Chiesa non è una macchina da far camminare, ma una famiglia da amare». Per De Donatis, la Parola di Dio dà la vera direzione del cammino da intraprendere: «Ho potuto sperimentare in tante occasione quanto le persone possano dare tanto al servizio di tutti se si sentono volute bene dal pastore. E quello che ho cercato di fare con le mie povere forze ed ilo carico dei miei limiti nel servizio episcopale che mi è stato affidato».
IL CASO RUPNIK E LA PRESUNTA LITE IN VATICANO: COSA HA DECISO PAPA FRANCESCO
Secondo quanto ricostruito dalla vaticanista Giansoldati sul “Messaggero” – e anche stante quanto abbiamo ricostruito in queste ore – la figura di Angelo De Donatis sarebbe legata ad una presunta lite avvenuta con l’altro vescovo ausiliare (di 4 titolari) Libanori proprio per la gestione dell’ex gesuita Padre Rupnik, artista di fama mondiale per i meravigliosi mosaici sparsi in tutto il mondo (come nel Santuario di Lourdes) ma anche espulso dalla Compagnia di Gesù per le accuse di diverse donne nei suoi confronti per abusi sessuali. «Reati considerati prescritti per la legislazione civile ma ben noti al Dicastero della Fede tanto che quattro anni fa gli venne comminata la scomunica poi misteriosamente cancellata mesi», scrive ancora “Il Messaggero”.
Il vescovo ausiliare Libanori si batté invece per cacciare Rupnik assicurandolo alla giustizia canonica e il mancato obiettivo avrebbe portato ad una lite interna al Vicariato diretto da De Donatis fino a ieri: secondo dunque le fonti raccolte, la mossa di Papa Francesco sarebbe legata al tentativo di superare l’impasse per lo “scandalo” creato presso il Vicariato creando invece le basi per un ambiente più collaborativo e meno “conflittuale”. Nella riunione prevista domani mattina in Vaticano tra Papa Francesco e gli altri vescovi ausiliari di Roma dovrebbe emergere il nome del successo di De Donatis: il “totonomi” proposto dal “Messaggero” prevede il cardinale e n.1 della CEI Matteo Zuppi, il card. e arcivescovo di Siena Paolo Lojudice (già ex vescovo ausiliario di Roma) o l’attuale vicario semplice Baldo Reina. Non è da escludersi infine che Papa Francesco possa rimanere senza un cardinale vicario generale in carica: non sarebbe una prima volta nella Chiesa ma di certo una novità almeno guardando tutti gli ultimi Pontificati dal Novecento in poi.