Con una mossa (a dir poco) a sorpresa nei giorni scorsi Papa Francesco ha deciso di riorganizzare completamente la divisione in prefetture della diocesi di Roma, riducendole dalle attuali cinque a quattro – eliminando di fatto quella più ‘importante’, ovvero quella centrale – al fine di armonizzare l’organizzazione episcopale: l’istituto utilizzato dal Pontefice è quello chiamato ‘Motu Proprio‘ che rappresenta concretamente un atto legislativo che dovrà essere obbligatoriamente recepito ed applicato dai diretti interessanti.



Al Motu Proprio e alla nuova organizzazione della diocesi capitolina voluta da Papa Francesco parleremo a breve, perché prima è interessante tornare un attimo allo scorso 6 aprile quando Bergoglio ha destituito Angelo De Donatis dallo storico ruolo di cardinale Vicario lasciando (almeno fino ad oggi) la posizione vacante: secondo delle “autorevoli fonti” citate dal quotidiano IlTempo non ci sarebbe alcun interesse nel nominare un successore e il Giubileo del 2025 sarà il primo nella storia in cui mancherà un Vicario.



Il tutto, mentre nuovamente pochi giorni fa Papa Francesco – tra la ferma opposizione e le accese critiche – ha deciso di nominale il comune prete don Renato Tarantelli Baccari per il prestigioso ruolo di ‘vicario episcopale giuridico-amministrativo’ affidandogli anche la potestà in materia di ‘Enti’; oppure – in altre e più semplici parole – tesoriere, gestore e decisore sugli immensi conti della diocesi di Roma.

La rivoluzione della diocesi di Roma di Papa Francesco: “Troppa frammentazione tra le prefetture, vanno accorpate”

Insomma, la diocesi capitolina è al centro di una vera e propria, decisamente ampia rivoluzione voluta da Papa Francesco e forse anche in qualche modo collegata all’immagine internazionale che vuole dare della Capitale; ma l’atto più importante di questa rivoluzione è il Motu Proprio da cui siamo partiti: per capirlo occorre precisare che fino a pochi giorni fa la diocesi era organizzata in cinque differenti prefetture (centro, nord, sud, est ed ovest) guidate ognuna da un vescovo detto ‘vigerente’.



Nel suo atto legislativo, Papa Francesco ha citato il “grande contesto del cambiamento d’epoca” che l’umanità sta affrontando che costringe ad una “improrogabile rilettura del senso pastorale” della diocesi capitolina: l’attuale ripartizione in distretti – almeno in passato – “ha avuto sicuramente il pregio di assistere (..) i vari quartieri” periferici ma ora – soprattutto a fronte dell’espansione urbana – rischia di portare a “differenze e separazioni tra centro e periferie“; ed è pertanto necessario che “vengano ridefiniti i confini delle prefetture”, ripartendo quella centrale nelle rispettive aree dei “quattro punti cardinali”.