Papa Francesco

questa mattina ha celebrato la Santa Messa nella cappella della Basilica di San Pietro dove si trova la tomba di San Giovanni Paolo II, nel giorno del centesimo anniversario della nascita di Karol Wojtyla. Oggi però è anche il giorno del ritorno alle celebrazioni eucaristiche con popolo, almeno in Italia: Papa Francesco ha auspicato che il Popolo di Dio possa tornare alla familiarità comunitaria con il Signore nei sacramenti, sempre rispettando le prescrizioni stabilite per la salute di tutti. Sul modello del santo Giovanni Paolo II noi tutti siamo chiamati ad “aprire con fiducia i nostri cuori alla grazia salvifica di Cristo, unico Redentore dell’uomo”. Citando il Salmo 149, nell’omelia Papa Francesco ha detto: “Cento anni fa il Signore ha visitato il suo popolo, ha inviato un uomo, lo ha preparato per fare il vescovo e guidare la Chiesa”.



Tre tracce del buon pastore sono in San Giovanni Paolo II: “La preghiera, la vicinanza al popolo e l’amore alla giustizia. San Giovanni Paolo II era un uomo di Dio perché pregava e pregava tanto. Lui sapeva bene che il primo compito di un vescovo è pregare e lo faceva. Modello di vescovo che prega, il primo compito. E ci ha insegnato che quando un vescovo fa l’esame di coscienza alla sera deve domandarsi: quante ore oggi ho pregato? Uomo di preghiera”. La seconda traccia è la vicinanza al popolo: “Non era un uomo distaccato dal popolo, anzi andava a trovare il popolo e girò il mondo intero, trovando il suo popolo, cercando il suo popolo, facendosi vicino. E la vicinanza è uno dei tratti di Dio con il suo popolo. Un pastore è vicino al popolo e san Giovanni Paolo II ci ha dato l’esempio di questa vicinanza: vicino ai grandi e ai piccoli, ai vicini e ai lontani, sempre vicino, si faceva vicino”. Infine, “l’amore alla giustizia. Ma la giustizia piena! Un uomo che voleva la giustizia, la giustizia sociale, la giustizia dei popoli, la giustizia che caccia vie le guerre. Per questo san Giovanni Paolo II era l’uomo della misericordia perché giustizia e misericordia vanno insieme, non si possono distinguere, sono insieme: giustizia è giustizia, misericordia è misericordia, ma l’una senza l’altra non si trova. Lui aveva sentito che la giustizia di Dio aveva questa faccia di misericordia, questo atteggiamento di misericordia. E questo è un dono che ci ha lasciato lui: la giustizia-misericordia e la misericordia giusta”. (Aggiornamento di Mauro Mantegazza) CLICCA QUI PER IL VIDEO INTEGRALE DELLA SANTA MESSA



LA MESSA PER SAN GIOVANNI PAOLO II

La Santa Messa che Papa Francesco celebrerà questa mattina, per commemorare il centenario della nascita di San Giovanni Paolo II, sarà l’ultima mattutina trasmessa in diretta tv e video streaming: da oggi infatti, 18 maggio, riaprono le Chiese di tutta Italia e si potrà tornare a celebrare in presenza di popolo le Sante Messe, per questo motivo il Pontefice ha deciso che la quotidiana messa di Santa Marta non verrà più trasmessa in streaming. Da domani 19 maggio dunque si ritorna alla “normalità” dell’epoca pre-coronavirus, con Papa Francesco che auspica come «il popolo di Dio possa così tornare alla familiarità comunitaria con il Signore nei sacramenti, partecipando alla liturgia domenicale, e riprendendo, anche nelle chiese, la frequentazione quotidiana del Signore e della sua Parola».



Appuntamento su Tv 2000 e video streaming su YouTube di Vatican News per la Santa Messa in mondovisione all’altare dove riposano le spoglie mortali di San Giovanni Paolo II in San Pietro (che dopo la celebrazione tornerà ad essere riaperta a cittadini e pellegrini, seguendo le norme di sicurezza imposte dal Vaticano). «Dal Cielo egli continui a intercedere per il Popolo di Dio e la pace nel mondo», ha ribadito ieri Papa Francesco dopo la recita del Regina Coeli dalla Biblioteca Vaticana. Il Pontefice che dal 9 marzo scorso ha reso pubbliche le Messe a Santa Marta – acconsentendo alla diretta streaming per raggiungere e farsi prossimo a quante più persone possibili – invita ora a ritornare alla vita quotidiana ma «andiamo avanti con le norme, le prescrizioni che ci danno per custodire così la salute di ognuno e del popolo».

LA SANTA MESSA PER GIOVANNI PAOLO II

«Giovanni Paolo II ci ha insegnato soprattutto ad avere fiducia nel Signore. Subito, all’inizio del suo pontificato, ci ha invitato ad aprire le porte a Cristo, perché con il Suo aiuto possiamo creare un mondo di pace, generare il bene e far progredire tutta l’umanità. Lui stesso, nel corso della vita, ha dato una grandissima prova di umanità. Era sempre molto umano, generoso, disponibile», così lo ricorda a Vatican News Monsignor Mieczysław Mokrzycki, arcivescovo di Leopoli in Ucraina, per nove anni secondo segretario personale di San Giovanni Paolo II.

Per la Santa Messa per il centenario della nascita di Karol Wojtyla anche l’amico e successore al Soglio Petrino, Papa Emerito Benedetto XVI, ha scritto una lunga lettera alla Chiesa di Polonia per raccontare cosa è stato per la storia dell’umanità nel Novecento e non solo la venuta di San Giovanni Paolo II: «Il fattore decisivo non fu quello di dubitare di tutto, ma di rinnovare tutto con gioia. Nei 104 grandi viaggi pastorali che condussero il Pontefice in tutto il mondo, predicò il Vangelo come una notizia gioiosa, spiegando così anche il dovere di ricevere il bene e il Cristo». Con un’edizione speciale l’Osservatore Romano ripercorre il Pontificato di Papa Wojtyla con interventi, lettera e testimonianze da ogni parte del mondo (compreso una commossa lettera dell’ex presidente Urss Mikhail Gorbaciov): all’interno anche un messaggio del Segretario di Stato Pietro Parolin che ricordando le parole di Papa Francesco in memoria di Giovanni Paolo Ii riporta «pellegrino di amore e di speranza, con il desiderio di incoraggiare le energie delle comunità ecclesiali, affinché diano abbondanti frutti di amore a Cristo e di servizio ai fratelli».