Lo schiaffo di Papa Francesco alla fedele asiatica dello scorso 31 dicembre, nonostante le scuse di Bergoglio, continua ancora ad essere al centro dell’attenzione mediatica. Ad esprimersi in queste ore è stato anche padre Amedeo Cencini, sacerdote canossiano e psicoterapeuta, considerato lo “psicologo della Chiesa”, intervenuto all’AdnKronos. Il prete ha commentato la reazione del Santo Padre definendola “istintiva, del corpo prima ancora della mente, per recuperare una posizione di stabilità subito dopo la paura per una possibile caduta, dovuta al problema fisico di cui soffre”. Ricordiamo infatti che Papa Francesco ha un problema all’anca e proprio il timore di cadere lo avrebbe portato ad una reazione di quel genere. Il video dello “schiaffetto” di Bergoglio alla fedele che lo aveva strattonato spingendolo a sé, è diventato inevitabilmente virale ed in tanti avevano criticato proprio l’atteggiamento del Pontefice, ritenuto in parte inappropriato proprio per via della posizione che ricopre.



PAPA FRANCESCO, SCHIAFFO A FEDELE: PARLA IL PRETE-PSICOLOGO

Padre Amedeo non si è limitato a commentare la prima reazione di Papa Francesco in seguito all’azione inaspettata della fedele ma si è concentrato anche sul dopo ribadendo il modo in cui Bergoglio “con assoluta libertà interiore e di coscienza, alla prima occasione, ha trovato il modo di riconoscere davanti a tutti la reazione avuta, chiedendo umilmente scusa per ‘aver perso la pazienza, dando un cattivo esempio’, usando una formula persino troppo pesante nei confronti di se stesso. Non è stato certo autoassolutorio… Anzi, il suo gesto prima e le sue scuse dopo ci restituiscono, ove mai ce ne fosse ulteriore bisogno, una dimensione di umanità del Papa davanti a una reazione che poteva apparire all’esterno come non del tutto appropriata, nonostante il forte carico psicologico e mediatico che un Pontefice deve affrontare e sopportare, posto davanti ai riflettori e agli occhi di tutto il mondo”, ha aggiunto all’AdnKronos. Lo stesso prete-psicologo ha ribadito come Papa Francesco sia sempre disposto ad esporsi particolarmente con la gente, andando anche incontro a rischi inevitabili. “Qui entra in ballo anche l’educazione dei fedeli – ha aggiunto padre Amedeo – che se desiderano che il Papa sia loro vicino devono anche adeguare il loro comportamento: non possono ‘catturarlo’ e tirarlo a sé, lui è lì per tutti”, ha tuonato. Ma, ha chiosato, ciò che va riconosciuto a Bergoglio è proprio l’aver riconosciuto un atteggiamento che in primis non sarebbe piaciuto a lui stesso. “Riconoscere i nostri sbagli: questo sì è un ‘esempio’ che andrebbe seguito da tutti”, ha commentato.

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