LA LETTERA DI PAPA FRANCESCO AL PATRIARCA KIRILL: “OPERIAMO PER LA PACE”

«Caro fratello! Possa lo Spirito Santo trasformare i nostri cuori e renderci veri operatori di pace, specialmente per l’Ucraina dilaniata dalla guerra, affinché il grande passaggio pasquale dalla morte alla nuova vita in Cristo diventi una realtà per il popolo ucraino, desideroso di una nuova alba che porrà fine all’oscurità della guerra»: ha scritto così Papa Francesco nella lettera inviata al Patriarca di Mosca e di tutte le Russia, Kirill, in occasione della Pasqua ortodossa.



A due mesi dall’inizio della guerra in Ucraina e dopo aver provato a intavolare le trattative per in incontro di pace – salvo poi desistere per ammissione dello stesso Papa Francesco – l’invito ad operare per la pace risuona come eco mondiale non solo nella cristianità: «in questo tempo sentiamo tutto il peso della sofferenza della nostra famiglia umana, schiacciata dalla violenza, dalla guerra e da tante ingiustizie», si legge ancora nella lettera indirizzata a tutti i patriarchi delle Chiese orientali e pubblicata anche dal portale ufficiale della Chiesa russa “Patriarchia.ru”. Il Pontefice scrive a Kirill sottolineando come nonostante il momento terribile di guerra, «guarderemo ancora con cuore grato che il Signore ha preso su di Sé tutto il male e tutto il dolore del nostro mondo».



PAPA-KIRILL, L’INCONTRO DI PACE È RIMANDATO (PER ORA)

La pace di Cristo come possibile “collante” per provare ad operare veramente per la pace tra Vaticano e Chiesa Ortodossa russa, fino ad oggi – va detto – decisamente “schierata” con l’operazione militare messa in campo dal Presidente Putin.

«La morte di Cristo – afferma ancora Papa Francesco secondo la lettera citata da Vatican Newsè stata l’inizio di una nuova vita e di liberazione dai vincoli del peccato e un’occasione per la nostra gioia pasquale, aprendo a tutti la via dall’ombra delle tenebre alla luce del regno di Dio». La stampa vaticana sottolinea come l’ultimo contatto diretto prima di questa lettera era avvenuto tra Bergoglio e Kirill lo scorso 16 aprile, dove tra l’altro si erano gettate le basi per un possibile incontro in giugno durante il viaggio in Libano del Santo Padre. Il Papa in quell’occasione chiedeva di agire insieme per «fermare il fuoco della guerra in Ucraina», perché chi ne «paga il conto è chi viene bombardato e muore. La Chiesa non deve usare la lingua della politica, ma il linguaggio di Gesù». A quelle parole non arrivarono risposte decise da parte di Mosca, forse motivo che spinse poi il Papa a fare “marcia indietro” nella recente intervista al quotidiano argentino “La Nacion”: «Mi dispiace – ha spiegato Francesco – che il Vaticano abbia dovuto annullare un secondo incontro con il patriarca Kirill, che avevamo programmato per giugno a Gerusalemme. Ma la nostra diplomazia ha ritenuto che un incontro tra noi in questo momento potesse portare molta confusione».