IL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO AL FORUM ECONOMICO DI DAVOS: “BASTA MORIRE DI FAME!”

Per l’inizio del Forum Economico Mondiale di Davos, come di consueto, è giunto il messaggio di Papa Francesco rivolto al Presidente esecutivo del WEF2024 Klaus Schwab: una lettera sui massimi sistemi e non solo, un invito che “detona” nelle sale con i partecipanti della massima ricchezza mondiale. Perché con tutta questa ricchezza, nel 2024, ancora si muore di fame? Parte in sostanza da questa domanda l’analisi di Papa Francesco che ricalca in molti passaggi il recente corposo discorso tenuto davanti agli ambasciatori dl Corpo Diplomatico in Vaticano lo scorso 8 gennaio: ai circa 3mila partecipanti a Davos (Svizzera) viene chiesto ripetutamente il perché della fame, dello sfruttamento e dell’analfabetismo ancora così diffusi a livello mondiale.



«È mia speranza che i vostri dibattiti tengano conto dell’urgente bisogno di promuovere la coesione sociale, la fratellanza e la riconciliazione tra gruppi, comunità e Stati, al fine di far fronte alle sfide che abbiamo dinnanzi», introduce Papa Francesco nel suo messaggio a Davos, sottolineando però il dramma di un mondo dove ancora oggi si muore per tante cause molte delle quali evitabili. «Vediamo un mondo sempre più lacerato, dove milioni di persone — uomini, donne, padri, madri, bambini —, i cui volti in gran parte non conosciamo, continuano a soffrire, non ultimo per gli effetti di conflitti prolungati e guerre presenti»: la pace nasce solo dalla giustizia e dalla relazione di fratellanza, ricorda il Santo Padre che fissa poi lo sguardo sul tema centrale della fame. «Come è possibile che ancora oggi si muoia di fame?», chiede Papa Francesco ai partecipanti del World Economic Forum di Davos (15-19 gennaio 2024), «Com’è possibile che nel mondo attuale ci siano ancora persone che muoiono di fame, sfruttate, condannate all’analfabetismo, prive di assistenza sanitaria di base e lasciate senza un riparo?». Per Papa Francesco lo sfruttamento delle risorse naturali continua ad arricchire troppo pochi, lasciando intere popolazioni invece in stati di indigenza e povertà: «Il processo di globalizzazione, che ormai ha dimostrato con chiarezza l’interdipendenza delle nazioni e dei popoli del mondo, ha pertanto una dimensione fondamentalmente morale, che deve farsi sentire nei dibattiti economici, culturali, politici e religiosi volti a modellare il futuro della comunità internazionale».



PACE E POVERTÀ, LE RICHIESTE DELLA CHIESA: COSA HA DETTO PAPA FRANCESCO

L’appello di Papa Francesco a Davos è che gli Stati possano sempre più trovare il modo di promuovere modelli di globalizzazione «lungimiranti ed eticamente sani», che per loro stessa natura «devono comportare la subordinazione della ricerca di potere e di guadagno individuale, sia esso politico o economico, al bene comune della nostra famiglia umana, dando priorità ai poveri, ai bisognosi e a quanti si trovano in situazioni di maggiore vulnerabilità». La ricerca del bene comune per la famiglia umana deve venire prima di ogni potere, ideologia e guadagno: il Santo Padre lo dice in più passaggi, sottolineando come solo un appoggio di sviluppo integrale dell’umanità «nella solidarietà» può salvare il mondo, «Lo sviluppo autentico deve essere globale, condiviso da tutte le nazioni e in ogni parte del mondo, oppure regredirà anche in zone finora caratterizzate da un progresso costante».



Serve cooperare per la pace in ogni ambito e in ogni regione del mondo, anche perché il conseguimento del bene comune, ricorda il Papa a Davos, «è un obiettivo al di là della portata dei singoli Stati». La Chiesa Universale confida che i partecipanti al Forum di Davos siano sempre più consapevoli «della responsabilità morale di ognuno di noi nella lotta contro la povertà, nel raggiungimento di uno sviluppo integrale per tutti i nostri fratelli e sorelle e nella ricerca di una pacifica coesistenza tra i popoli». Questa è la vera sfida da lanciare nell’immediato futuro, una sfida che non può essere però raggiunta in maniera “statica”: «Il bene, come anche l’amore, la giustizia e la solidarietà, non si raggiungono una volta per sempre; vanno conquistati ogni giorno», ricorda Papa Francesco citando l’esortazione apostolica “Laudate Deum”.