Quella tenuta oggi da Papa Francesco davanti ad una platea di circa 5mila fedeli è stata un’Udienza generale gioiosa e divertente, durante la quale il pontefice ha indossato – ridendo con i presenti – un naso da clown; ma che si è fatta anche improvvisamente seria quando è arrivato il momento di parlare di quello che è stato il tema della giornata, ovvero una profonda riflessione sullo Spirito Santo partita dall’origine della Chiesa e dal primo dei battezzati (ovviamente Gesù), per arrivare al ruolo che oggi quella stessa colomba che ha fatto visita a Cristo sul fiume Giordano può avere per tutti i Cristiani e il mondo intero.



“Tutta la Trinità – ha spiegato Papa Francesco nel suo discorso, che trovate in forma integrale cliccando su queste parole – si è data appuntamento” quel giorno sul Fiume Giordano: a partire dal “Padre che si fa presente con la sua voce”, per arrivare fino “allo Spirito Santo che scende su Gesù” e su quello che il già citato Padre “proclama sul Figlio amato” e prediletto; in un momento “molto importante [di] Rivelazione (..) e salvezza”.



Un piccolo excursus biblico che serve a Papa Francesco per ricordare che Gesù fu “unto con l’olio della gioia, unto con lo Spirito Santo” nello stesso modo in cui nell’Antico Testamento si racconta l’unzione di “Re, Profeti e Sacerdoti” dando origine allo stesso termine “Cristiani” che – “sarà spiegato dai Padri nel senso letterale”, precisa il pontefice – “vuol dire ‘unti a imitazione di Cristo‘”.

Papa Francesco: “Vivendo a pieno il profumo dello Spirito Santo possiamo diffonderlo nel mondo”

Dal passato al presente, per sottolineare che “Cristo è il capo, il nostro Sommo Sacerdote – spiega Papa Francesco -, lo Spirito Santo è l’olio profumato e la Chiesa è il corpo di Cristo in cui esso di diffonde” e tutti i fedeli che vivono “con gioia la [loro] unzione, profumano la Chiesa, profumano la comunità e la famiglia”; opponendosi a quei Cristiani che “a volte, purtroppo, non diffondono il profumo di Cristo, ma il cattivo odore del proprio peccato” facendo entrare “il diavolo (..) dalle loro tasche”.



Un problema che – continua avviandosi alla conclusione Papa Francesco – “non deve distoglierci dall’impegno di realizzare (..) questa vocazione sublime di essere il buon odore di Cristo nel mondo” perché chi vive a pieno il profumo e i frutti dello Spirito Santo ne può apprezzare a pieno “amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, fedeltà, mitezza [e] dominio di sé”, creando “la pace” e diffondendo quella “fragranza dello Spirito di Cristo (..) intorno” a sé.