Papa Francesco ha ricevuto 500 rom ed ha affermato che «delinquente è chi crea la vendetta. Il cittadino di seconda classe è chi scarta gli altri», incontrando anche la famiglia di Casal Bruciato. Intervenuto a Dritto e Rovescio, il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha replicato: «Fatto salvo che il Santo Padre ha diritto di ricevere chiunque voglia in Vaticano, ci mancherebbe altro: il mio problema non è il colore della pelle, uno può essere, bianco, giallo, rosso, nero, verde, italiano, rom, finlandese, ecc. Il mio problema è il rispetto della legge: ci sono troppi rom, la stragrande maggioranza di quelli che abitano nei campi nomadi, che rubano, non mandano i figli a scuola, spacciano, scippano, non lavorano e non pagano le tasse. In Vaticano saranno andati quelli che lavorano, quelli eleganti, perché ci sono rom artisti, musicisti e insegnanti. Il mio obiettivo è quello di finire la mia attività da ministro avendo chiuso tutti i campi rom in Italia: in Italia si vive da persone normali». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
IL PAPA INCONTRA LA FAMIGLIA DI CASAL BRUCIATO
Papa Francesco, come anticipato in giornata, dopo l’incontro in Vaticano con 500 rom e sinti ha voluto incontrare di persona la famiglia bosniaca di Casal Bruciato “protagonista” degli scontri e della bagarre vista in questi ultimi tre giorni nella periferia di Roma: come riporta il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti, «Il Santo Padre ha salutato stasera, nella sacrestia della Basilica di San Giovanni in Laterano, la famiglia rom del quartiere romano di Casal Bruciato, vittima – nei giorni scorsi – di minacce e insulti razzisti. Con questo gesto, il Papa ha voluto esprimere vicinanza e solidarietà a questa famiglia e la più netta condanna di ogni forma di odio e violenza». L’’incontro è avvenuto in privato poco prima che Papa Bergoglio iniziasse nella navata della Basilica l’incontro con clero e fedeli della Diocesi. In giornata anche il Ministro Salvini ha voluto commentare sui propri canali social l’incontro voluto dal Pontefice con circa 500 nomadi in Santa Sede: «mi fa piacere che il Papa abbia incontrato i bambini sinti e rom in Vaticano: proprio per tutelarli». Con un secondo e ultimo tweet, il Ministro degli Intenti ha poi aggiunto «Il mio obiettivo è chiudere tutti i campi, identificando prima chi ci vive, assicurandomi che i bimbi vadano a scuola e che non siano educati al furto o che non siano costretti a vivere in situazioni di degrado, sporcizia, violenza o illegalità».
PAPA AI ROM: “BASTA AGGETTIVI, STORIA CI FARÀ GIUSTIZIA”
Papa Francesco non ha paura delle critiche di una certa parte politica e di una buona fetta di opinione pubblica: per questo motivo, nonostante le polemiche per la vicenda della casa popolare assegnata ad una famiglia rom a Castel Bruciato, il Pontefice non ha rinunciato ad un incontro di preghiera con 500 rom e sinti che ha avuto luogo questa mattina nel Palazzo Apostolico vaticano. Come riportato da “La Stampa”, il Santo Padre ha individuato un pericolo nell’abuso degli aggettivi che spesso finiscono per connotare negativamente una comunità intera, facendo di tutta l’erba un fascio, come accade per esempio per i rom:”Una cosa che a me mi fa arrabbiare è che ci siamo abituati a parlare della gente con gli aggettivi. Non diciamo “questa è una persona”, “una mamma”, “un giovane prete”, ma mettiamo l’aggettivo, e questo distrugge perché non lascia che questa sia una persona. L’aggettivo è una delle cose che crea distanza tra mente e cuore. Questo è il problema di oggi: se voi mi dite che è un problema politico, sociale, culturale, di lingua, sono cose secondarie, il problema è di distanza tra mente e cuore. “Sì tu sei gente, ma lontano da me, dal mio cuore”, “i diritti sociali, i servizi sanitari sì, ma faccia la coda, prima questo poi quello”…”. Il Papa ha poi invitato i rom e i sinti a non dare adito di parlare a chi li prende di mira:”Voi avrete un pericolo, una debolezza, la debolezza forse di far crescere il rancore: si capisce, è umano, ma vi chiedo per favore il cuore più largo ancora. Niente rancore e andare avanti con la dignità della famiglia, del lavoro, di guadagnarsi il pane ogni giorni, della preghiera, sempre guardando avanti. E quando viene il rancore lascia perdere. Poi la storia ci farà giustizia perché il rancore ammala tutto, ammala il cuore la testa la famiglia, non fa bene. (…) Voi andate avanti con la dignità e il lavoro, e quando si vedono le difficoltà, guardate su e troverete che lì ci stanno guardando: c’è uno che ti guarda prima, ti vuole bene uno che è dovuto vivere a margine da bambino per salvare la vita, nascosto, profugo, uno che ha dato la vita per la croce, e uno che va cercando te per consolarti e animarti e andare avanti. Per questo vi dico: niente distanza a voi e a tutti, con mente e cuore, niente aggettivi, no tutta gente ognuno meriterà il proprio aggettivo ma no aggettivi generali“. (agg. di Dario D’Angelo)
IL PAPA INCONTRA I ROM DOPO I FATTI DI CASTEL BRUCIATO
Destino vuole che il giorno dopo gli scontri e i fatti di Casal Bruciato – dove dopo l’assegnazione di una casa popolare ad una famiglia rom si è scatenata la rivolta in piazza tra i residenti appoggiati da CasaPound, le forze dell’ordine a presidio della famiglia nomade e la sindaca di Roma Virginia Raggi che è intervenuta in difesa di papà, mamma e 12 figli di etnia rom – Papa Francesco ha incontrato in preghiera in Vaticano 500 tra rom e sinti. Il livello di tensione politica e sociale è altissimo dopo l’ennesimo fatto di disordini tra le periferie della Capitale e i cittadini in merito alla presenza dei campi rom e del degrado che ne deriva: il Papa, come già fatto sapere in altre occasioni, si schiera a spada tratta con la famiglia rom e con chiunque viene minacciato e insultato (nelle scorse ore si è assistito a cori come “vi impicchiamo tutti”, “ti stupro” e così via). «E’ vero, ci sono cittadini di seconda classe, ma i veri cittadini di seconda classe sono quelli che scartano la gente, perché non sanno abbracciare, sempre con gli aggettivi in bocca, e scartano, vivono scartando, con la scopa in mano buttano fuori gli altri», attacca Papa Francesco facendo netto riferimento ai fatti di Casal Bruciato.
L’INCONTRO DI PAPA FRANCESCO CON 500 ROM
Nel giorno in cui il Pontefice ha lanciato il Motu Proprio sulla pedofilia, Francesco prende le difese di altre “vittime” non tirandosi indietro nella critica alle forze politiche e alle associazioni che vogliono risolvere il problema del degrado con l’eliminazione dell’altro: «la vera strada è quella della fratellanza con la porta aperta. Lasciarsi dietro il rancore. Il rancore ammala tutto, ammala la famiglia. Ti porta alla vendetta, ma la vendetta io credo che non l’abbiate inventata voi. In Italia ci sono organizzazioni che sono maestre di vendetta, voi mi capite bene. Un gruppo di gente che è capace di creare la vendetta, di vivere l’omertà: questo è un gruppo di gente delinquente, non gente che vuole lavorare». Facendo poi diretto riferimento ai fatti di Casal Bruciato, il Santo Padre aggiunge al termine dell’incontro in Vaticano «Oggi ho letto una cosa brutta sul giornale: questa non è civiltà, l’amore è la civiltà. Poi avanti con l’amore – ha aggiunto Papa Francesco a conclusione del suo discorso ‘a braccio’ -. Il Signore vi benedica e pregate per me». Dopo la testimonianza di un prete rom e di tre mamme presenti, Bergoglio conclude «Dicevo a questa mamma che ha parlato che mi ha toccato il cuore quando mi ha detto che lei leggeva la speranza negli occhi dei figli, ne ha quattro mi diceva. La speranza può deludere se non è vera speranza, ma quando la speranza è concreta, come in questo caso, negli occhi di figli, mai delude. Quando la speranza è concreta, in Dio vero, mai delude. Le mamme lottano tutti i giorni per la concretezza, non per le cose astratte: dar da mangiare un figlio, andare avanti tutti i giorni, sono cose concrete. E le mamme anche sono speranza. Una donna che porta un figlio al mondo è speranza: lei semina speranza, è capace di fare strada, di creare orizzonti, di dare speranza».