Il Papa chiede un vaccino per tutti senza che sia un privilegio dei ricchi: la versione “comunista” di Francesco è già sui siti di mezzo mondo dopo l’ultima Udienza Generale oggi in San Pietro e così sarà anche domani nei giornali e nei commenti tanto in Italia quanto all’estero: l’ultimo richiamo del Pontefice ai rischi derivanti dalla pandemia Covid-19 non può ovviamente rimanere in secondo piano ma è curioso vedere come il passaggio forse più significativo (e polemico anche alla politica nei nostri confini) di tutto il discorso del Papa sia stato, quello sì, “silenziato” dai media. Quale passaggio? Eccolo, al minuto 13 dell’udienza di Papa Francesco: «Oggi abbiamo un’occasione per costruire qualcosa di diverso. Per esempio, possiamo far crescere un’economia di sviluppo integrale dei poveri e non di assistenzialismo. Con questo io non voglio condannare l’assistenza, le opere di assistenza sono importanti. Pensiamo al volontariato, che è una delle strutture più belle che ha la Chiesa italiana. Ma dobbiamo andare oltre e risolvere i problemi che ci spingono a fare assistenza». Secondo il Santo Padre serve un’economia che non ricorra subito ai rimedi che in realtà avvelenano la società mondiale, «come i rendimenti dissociati dalla creazione di posti di lavoro dignitosi». È così che in un colpo solo il Papa si fa molto più vicino a Draghi che non al Premier Conte di cui, indirettamente, condanna l’uso incessante e quasi esclusivo dei bonus-sussidi: proprio come detto ieri dall’ex Bce al Meeting di Rimini, «basta fare assistenzialismo, ai giovani (e non solo, ndr) serve dare molto di più».
ECONOMIA INTEGRALE VS ASSISTENZIALISMO
L’economia di sviluppo integrale è quanto il Papa già da tempo – dalla Laudato Si’ in poi – propone in ottica futura come chiave di volta per il recupero del valore essenziale che l’uomo e la realtà assurgono in quanto creature di Dio. E così Bergoglio prima del passaggio sull’assitenzialismo spiegava «Molti vogliono tornare alla normalità e riprendere le attività economiche. Certo, ma questa “normalità” non dovrebbe comprendere le ingiustizie sociali e il degrado dell’ambiente. La pandemia è una crisi e da una crisi non si esce uguali: o usciamo migliori o usciamo peggiori. Noi dovremmo uscire migliori, per migliorare le ingiustizie sociali e il degrado ambientale». Con la pandemia da Covid-19 è possibile, secondo Papa Francesco, costruire «qualcosa di diverso» che vada ben oltre all’assistenzialismo»: da questo trae origine il commento successivo sui vaccini che è sì molto duro e netto ma che non può essere “slegato” dalla critica forte anche in ambito politico che ha impostato il Papa nell’Udienza Generale «L’opzione preferenziale per i poveri, questa esigenza etico-sociale che proviene dall’amore di Dio (cfr LS, 158), ci dà l’impulso a pensare e disegnare un’economia dove le persone, e soprattutto i più poveri, siano al centro. E ci incoraggia anche a progettare la cura del virus privilegiando coloro che ne hanno più bisogno. Sarebbe triste se nel vaccino per il Covid-19 si desse la priorità ai più ricchi! Sarebbe triste se questo vaccino diventasse proprietà di questa o quella Nazione e non sia universale e per tutti».