“LA FEDE NELL’UMORISMO: QUANDO L’IRONIA SU SE STESSI FA BENE”: L’EDITORIALE DI PAPA FRANCESCO SUL NYT

Serve ridere, di se stessi e della vita, senza “crogiolarsi” troppo e al contempo recuperando la “medicina” del sorriso necessaria per affrontare le amarezze persistenti nella vita: con un insolito editoriale firmato sul New York Times, Papa Francesco compie il pieno elogio dell’umorismo e dell’autoironia all’interno della Chiesa, invitando tutti – preti, chierici, vescovi e cardinali – a sorridere di più, a ridere con la gente magari anche con la belle barzellette che si “sprecano” sui gesuiti di cui Bergoglio fa pienamente parte.



La vita ha diverse tristezze e spesso sono cammino di speranza e di conversione, riconosce il Papa, ma è importante anche evitare di esagerare nel «crogiolarsi nella malinconia», non bisogna lasciare che il proprio cuore rimanga amareggiato a lungo. Per questo la “medicina” del sorriso è sempre la benvenuta, riflette Papa Francesco sul NYT criticando chi nella Chiesa si mostra troppo altezzoso o amareggiato, più “funzionario” che “pastore” insomma. Serve comunicare la gioia, apprezzando l’umorismo e accettando anche l’ironia bonaria su che circola da sempre su uomini e donne di Chiesa.



Nella recente udienza concessa in Vaticano ad artisti e comici da ogni parte del mondo, Papa Francesco ha ricordato il dono di far ridere quanto sia importante nell’economia di una vita spesso troppo dominata da tristezze e amarezze: «Dammi, Signore, il senso dell’umorismo», è la preghiera di San Tommaso Moro fatta propria dal Santo Padre e “donata” agli artisti mondiali, «L’umorismo non offende, non umilia, non inchioda le persone ai loro difetti. Mentre oggi la comunicazione genera spesso contrapposizioni». Come ha scritto lo stesso Papa Francesco nell’Esortazione Apostolica “Gaudete ex exsultate”, il malumore non è segno di santità in quanto spesso la tristezza «è legata all’ingratitudine, con lo stare talmente chiusi in sé stessi da diventare incapaci di riconoscere i doni di Dio».



LE BARZELLETTE SUI GESUITI E L’UMORISMO DEI PAPI: IL RICORDO DI FRANCESCO “SERVE SPONTANEITÀ COME BAMBINI E ANZIANI”

Gustose e divertenti le barzellette ricordate da Papa Francesco nel suo editoriale che “accompagna” le prossime settimane ricche di impegni e celebrazioni tra il Natale e l’inizio del Giubileo: oltre a quelle sui gesuiti, molto carino è l’aneddoto raccontato su San Giovanni Paolo II che durante il conclave prima di diventare Papa venne avvicinato da un anziano cardinale molto severo che lo rimproverava per le sue scalate e sciate in montagna, «non sono adatte al tuo ruolo». Iconica la risposta di Karol Wojtyla che poche ore prima di essere eletto (lo Spirito Santo sa essere molto divertente e divertito in tal senso, ndr) divenendo nella storia il “Papa sportivo”: «sa che in Polonia queste sono attività praticate da almeno il 50 percento dei cardinali?». Ecco, a quell’epoca in terra polacca v’erano solo due cardinali…

Papa Francesco ride divertito e trasmette il buonumore chiedendo di sollevare e illuminare chi ci sta di fronte, senza dimenticare una dose importante di autoironia che resta lo strumento più efficace contro la tentazione del narcisismo: «L’ironia è una medicina, non solo per sollevare e illuminare gli altri, ma anche noi stessi». Serve ridere di se stessi, fa sempre bene secondo il Santo Padre, smettendo di inseguire l’utopia della “perfezione”: «Dio ci vuole positivi, non complicati», spiegava sempre nell’Esortazione del marzo 2018 dedicata alla “gioia per il Signore”.