Papa Francesco manda “a casa”, in Germania, l’arcivescovo Georg Gänswein, ex segretario di Benedetto XVI che dal 2020 era solo formalmente prefetto della Casa Pontificia. Il presule rientrerà nella sua arcidiocesi di Friburgo in Brisgovia entro la fine di giugno 2023, come sottolinea Il Fatto Quotidiano, lasciando Santa Marta Vecchia, in Vaticano, dove si è trasferito in un appartamento dopo aver abitato con Ratzinger nel Monastero Mater Ecclesiae, per più di dieci anni. Bergoglio ha annunciato la decisione al tedesco nell’udienza che si è svolta il 19 maggio 2023 nella biblioteca privata del Palazzo Apostolico.
Tra Gänswein e Papa Francesco erano avvenute già altre due udienze, nelle quali l’ex segretario aveva chiesto con insistenza a Bergoglio di avere un incarico in Vaticano. “Io spero che Papa Francesco si fidi di me, spero di non aver dato un motivo di non fidarsi più” aveva sostenuto in molte intervista l’ex braccio destro di Benedetto XVI. Le sue parole, secondo molti in Santa Sede, erano inopportune.
Frizioni tra Papa Francesco e Gänswein
Nel libro di memorie di Gänswein, intitolato Nient’altro che la verità e annunciato poche ore dopo la morte di Benedetto XVI, l’ex segretario attacca duramente Bergoglio, rivelando segreti d’ufficio ed eventi del conclave del 2005. Nel testo viene raccontato anche il momento in cui il Papa lo demansionò da prefetto della Casa Pontificia, ordinandogli di occuparsi esclusivamente di Benedetto XVI: “Restai scioccato e senza parole. Quando provai a replicare, dicendogli che lo facevo ormai da sette anni, per cui potevo continuare ugualmente anche per il futuro, chiuse seccamente il discorso: ‘Lei rimane prefetto, ma da domani non torni al lavoro’. Tornai al Monastero e durante il pranzo lo raccontai alle Memores e a Benedetto, il quale commentò, tra il serio e il faceto, in modo ironico: ‘Sembra che Papa Francesco non si fidi più di me e desideri che lei mi faccia da custode!’. Gli ho risposto, sorridendo anch’io: ‘Proprio così…, ma dovrei fare il custode o il carceriere?’”.
Gänswein, dopo la morte di Benedetto XVI, aveva preso di mira anche il provvedimento motu proprio Traditionis custodes sulla messa tradizionale latina che restringeva le liberalizzazioni che erano state concesse da Benedetto XVI con il motu proprio Summorum pontificum. Secondo il segretario, così facendo il Papa aveva “spezzato il cuore” all’ex Pontefice. Bergoglio, come sottolinea Il Fatto Quotidiano, ha sottolineato che tutti i segretari dei pontefici hanno lasciato il Vaticano terminato il loro servizio.