La tristezza e la desolazione sono stati gli argomenti centrali dell’udienza generale di Papa Francesco tenutasi nella mattinata di oggi, mercoledì 26 ottobre 2022, in piazza San Pietro, alla presenza di fedeli e pellegrini provenienti da ogni angolo dell’orbe terracqueo. Il Santo Padre ha esordito sottolineando che nessuno vorrebbe essere desolato, triste, ma questo, oltre a non essere possibile, “non sarebbe neppure un bene per noi. Infatti, il cambiamento di una vita orientata al vizio può iniziare da una situazione di tristezza, di rimorso per ciò che si è fatto. Dio tocca il cuore e ti viene qualcosa dentro, la tristezza, il rimorso per qualche cosa. È quello un invito a iniziare una strada. L’uomo di Dio sa notare in profondità ciò che si muove nel cuore”.
Papa Francesco ha poi rimarcato come sia importante imparare a leggere la tristezza e a comprenderne il significato: “Nel nostro tempo è considerata negativamente, come un male da fuggire a tutti i costi. Invece, può essere un indispensabile campanello di allarme per la vita, invitandoci a esplorare paesaggi più ricchi e fertili che la fugacità e l’evasione non consentono. La tristezza è indispensabile per la nostra salute, ci protegge, perché non facciamo del male a noi stessi e ad altri. Sarebbe molto più grave e pericoloso non avvertire questo sentimento e andare avanti. La tristezza alle volte lavora come semaforo: ‘Fermati, fermati! È rosso, qui. Fermati'”.
PAPA FRANCESCO: “NON BISOGNA MAI FUGGIRE DAVANTI ALLE PROVE”
Nel prosieguo dell’udienza generale, Papa Francesco ha asserito che, per quanti avvertano il desiderio di compiere il bene, la tristezza rappresenta un ostacolo con il quale “il tentatore vuole scoraggiarci. In tal caso, si deve agire in maniera esattamente contraria a quanto suggerito, decisi a continuare quanto ci si era proposto di fare. Pensiamo al lavoro, allo studio, alla preghiera, a un impegno assunto: se li lasciassimo appena avvertiamo noia o tristezza, non concluderemmo mai nulla. È anche questa un’esperienza comune alla vita spirituale: la strada verso il bene, ricorda il Vangelo, è stretta e in salita, richiede un combattimento, un vincere se stessi”.
Papa Francesco ha quindi concluso dicendo: “Una regola saggia dice di non fare cambiamenti quando si è desolati. Sarà il tempo successivo, più che l’umore del momento, a mostrare la bontà o meno delle nostre scelte. Se sappiamo attraversare solitudine e desolazione con apertura e consapevolezza, possiamo uscirne rafforzati sotto l’aspetto umano e spirituale. Nessuna prova è al di fuori della nostra portata; nessuna prova sarà superiore a quello che noi possiamo fare. Ma non fuggire dalle prove. Il Signore non ci abbandona mai e, con Lui vicino, possiamo vincere ogni tentazione. Se non la vinciamo oggi, ci alziamo un’altra volta, camminiamo e la vinceremo domani”.