Un parroco livornese è stato scomunicato in quanto ha definito il Papa un usurpatore. La vicenda, come si legge sul sito del Corriere della Sera, ci giunge di preciso da San Ranieri a Guasticce, in provincia di Livorno, dove don Ramon Guidetti è stato appunto scomunicato dal vescovo di Livorno, monsignor Simone Giusti, per aver sostenuto durante un’omelia che Papa Francesco “non è il Papa”, ma “un usurpatore”. L’episodio si è verificato di preciso lo scorso 31 dicembre, giorno in cui cadeva il primo anniversario della morte di Papa Benedetto XIV, mentre l’atto di scomunica è arrivato il giorno successivo, l’1 gennaio 2024, primo giorno dell’anno.



Ma cosa ha detto il parroco di Guasticce? Rivolgendosi ai fedeli ha proferito le seguenti parole: «Lo scorso 17 dicembre, in un santuario vicino a Buenos Aires, in cui è stato arcivescovo l’innominato (papa Francesco), un fulmine ha colpito la statua di San Pietro. E cosa è andato a incenerire? L’aureola e le chiavi. L’aureola perché Pietro non è più santo, perché c’è un gesuita massone legato ai poteri mondiali, un usurpatore antipapa. E le chiavi perché quelle se le è tenute il buon Benedetto (papa Ratzinger)». Omelia che aveva fatto il giro del Comune e del web, arrivando fino al vescovo locale che con un atto firmato dal cancelliere della Diocesi, don Matteo Giavazzi, veniva appunto comunicata la scomunica in quanto don Ramon Guidetti «ha pubblicamente compiuto un atto di natura scismatica, rifiutando la sottomissione al Sommo Pontefice e la comunione con i membri della Chiesa a lui soggetti».



“PAPA FRANCESCO UN USURPATORE”, PARROCO DI LIVORNO SCOMUNICATO: LA REPLICA DI DON RAMON GUIDETTI

Per tale ragione, «Mons. Simone Giusti, Vescovo della Diocesi di Livorno, in data odierna 1 gennaio 2024, ha emesso un decreto», con il quale dichiara che «Don Ramon Guidetti è incorso ipso facto nella scomunica latae sententiae. Il suddetto sacerdote è, dalla data odierna, sospeso a divinis e rimosso dall’ufficio di parroco della parrocchia di San Ranieri in Guasticce. Si ammoniscono i sacerdoti e i fedelia non partecipare a eventuali sue celebrazioni o ad altre pratiche di culto, perché essi incorrerebbero ipso facto nella gravissima pena della scomunica».



Pronta la replica dello stesso parroco scomunicato che ha spiegato: «Sono sereno e tranquillo» ma «stupito della velocità con cui la ghigliottina ha tagliato la sua ennesima testa», parola a Radio Domina Nostra. E ancora: «Ci farò una bella cornicina e lo appenderò al muro e sarà qualcosa di cui mi vanterò ben volentieri». Poi aggiunge: «Un po’ di amarezza nel cuore c’è, per questa cecità e questa durezza da parte di colei che dovrebbe essere una madre, la Chiesa. Dovrebbe essere materna e in realtà è una tiranna».