LA SECONDA PARTE DEL VIAGGIO DI PAPA FRANCESCO IN CANADA
Dopo la Santa Messa di Edmonton, Papa Francesco è partito per la sua seconda parte del lungo viaggio apostolico in Canada: alle ore 21 (in Italia) il Santo Padre è atteso all’aeroporto internazionale di Québec. Dopo la cerimonia di benvenuto con la Governatore generale Mary May Simon, vi sarà l’incontro con il Primo Ministro Justin Trudeau e a seguire il Corpo diplomatico e i rappresentanti delle popolazioni indigene. Sono giorni intensi quelli che vedono Francesco impegnato nella vasta e ripetuta richiesta di perdono alle popolazioni native indigene per i presunti abusi subiti nei decenni passati da enti e associazioni facenti riferimento alla Chiesa Cattolica canadese. Lo ha ribadito ancora ieri negli incontri di commiato alle autorità di Edmonton e al popolo canadese giunto in massa nello stadio: «porgete l’altra guancia, amate i nemici, vivete da fratelli per essere figli di Dio, Padre che fa splendere il sole sui buoni e sui cattivi e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti», sottolinea Papa Francesco citando le parole del Vangelo sul lago di Galilea.
Perdono, riconciliazione, verità: sono queste le tre parole chiave di questa prima parte del viaggio in Canada di Papa Bergoglio: secondo Maurizio Gnerre, antropologo esperto di popolazioni amazzoniche intervistato da Vatican News, «La richiesta di perdono di Papa Francesco per il ruolo che il cristianesimo e la Chiesa hanno avuto nel sostenere la mentalità colonizzatrice e nel cooperare alla distruzione culturale e di assimilazione sono di portata universale». Alla Messa di ieri, il Santo Padre ha voluto poi sottolineare l’importanza della “figliolanza” del cristianesimo nella storia: «La questione è: sto generando? Sto generando vita? Sto immettendo nella storia un amore nuovo e rinnovato? Sto annunciando il Vangelo dove mi trovo a vivere, sto servendo qualcuno gratuitamente, come chi mi ha preceduto ha fatto con me? Che cosa faccio per la mia Chiesa, per la mia città e la mia società? Fratelli e sorelle, è facile criticare, ma il Signore non ci vuole solo critici del sistema, non ci vuole chiusi, non vuole che siamo “indietristi”, di quelli che si tirano indietro, come dice l’autore della Lettera agli Ebrei (cfr 10,39), ma vuole che siamo artigiani di una storia nuova, tessitori di speranza, costruttori di futuro, operatori di pace».
“CRISTO È AMORE TRA I DISTANTI”: L’OMELIA DI PAPA FRANCESCO
Nell’intervento con Liturgia della Parola tenuto da Papa Francesco presso il Lac Ste.Anne Pilgrimage, viene ribadito ancora una volta l’assoluta centralità del messaggio di Cristo per l’’attualità della fede cristiana nel mondo di oggi: «Sulle rive di questo lago, il suono dei tamburi che attraversa i secoli e unisce genti diverse, ci aiuta a tornare anche alle fonti della fede. Ci permette infatti di peregrinare idealmente fino ai luoghi santi: di immaginare Gesù, che svolse gran parte del suo ministero proprio sulle rive di un lago, il Lago di Galilea. Ci ricorda che la fraternità è vera se unisce i distanti, che il messaggio di unità che il Cielo invia in terra non teme le differenze e ci invita alla comunione, a ripartire insieme, perché tutti siamo pellegrini in cammino».
La fede in Dio, la possibilità di innamorarsi del cristianesimo passa tramite un incontro e non una lezione mandata a memoria: «La fede – ha sottolineato il Pontefice – raramente nasce leggendo un libro da soli in salotto, ma si diffonde in un clima familiare, si trasmette nella lingua delle madri, con il dolce canto dialettale delle nonne». È in particolare alle nonne presenti che Francesco rivolge il messaggio più tenero: «Penso che sono qui con noi: carissime, i vostri cuori sono sorgenti da cui è scaturita l’acqua viva della fede, con la quale avete dissetato figli e nipoti. Mi colpisce il ruolo vitale delle donne nelle comunità indigene: occupano un posto di rilievo in quanto fonti benedette di vita non solo fisica, ma anche spirituale. E, pensando alle vostre kokum, ripenso anche alla mia nonna. Da lei ho ricevuto il primo annuncio della fede e ho imparato che il Vangelo si trasmette così, attraverso la tenerezza della cura e la saggezza della vita…».