«Oggi rischiamo di scoppiare, sollecitati da un nervosismo continuo. E si cerca la soluzione rapida, una pastiglia dietro l’altra per andare avanti, un’emozione dietro l’altra per sentirsi vivi», ha spiegato in Piazza San Pietro il Santo Padre nella lunga veglia di Pentecoste. Un’omelia ricca di insegnamenti e “moniti” lanciati da Papa Francesco ai tanti giovani presenti in piazza per la Festa cristiana dello Spirito Santo: «Nell’era dei computer si sta a distanza: solo contatti, più ‘social’ ma meno sociali». Secondo Papa Bergoglio, troppe volte ci lasciamo prendere da frenesie e da un mondo troppo ricco di disarmonie, con i social sempre troppo carichi di atteggiamenti antisociali: «Cercare di rimanere a galla non è la via per trovare la vera pace. Quante volte rimaniamo in superficie! Anziché cercare lo Spirito tentiamo di rimanere a galla, pensando che tutto andrà meglio se passerà quel guaio, se non vedrò più quella persona, se migliorerà quella situazione. Ma questo è rimanere in superficie: passato un problema – ha concluso Papa Francesco – ne arriverà un altro e l’inquietudine ritornerà. Non è prendendo le distanze da chi non la pensa come noi che saremo sereni, non è risolvendo il guaio del momento che staremo in pace. La svolta è la pace di Gesù, è l’armonia dello Spirito».



LA VEGLIA DI PENTECOSTE E IL “RISCHIO-SETTA”

Una lunga veglia di Pentecoste che ha tenuto Papa Francesco in Piazza San Pietro a Roma davanti ad una folla di fedeli giunti per la Santa Messa di celebrazione della discesa dello Spirito Santo sul popolo di Gesù: «La vicenda dei discepoli, che sembrava al capolinea, viene insomma rinnovata dalla giovinezza dello Spirito: quei giovani, che in preda all’incertezza si sentivano arrivati, sono stati trasformati da una gioia che li ha fatti rinascere. Lo Spirito Santo ha fatto questo». Per il Santo Padre, la potenza dello Spirito è quella di portare armonia «dentro ma anche fuori, tra gli uomini» in un mondo troppo frenetico in cui «rischiamo di scoppiare»: ancora Papa Francesco, «Sollecitati da un nervosismo continuo che ci fa reagire male a ogni cosa si cerca la soluzione rapida, una pastiglia dietro l’altra per andare avanti, un’emozione dietro l’altra per sentirsi vivi. Ma abbiamo soprattutto bisogno dello Spirito: è Lui che mette ordine nella frenesia. Egli è pace nell’inquietudine, fiducia nello scoraggiamento, gioia nella tristezza, gioventù nella vecchiaia, coraggio nella prova. È Colui che, tra le correnti tempestose della vita, fissa l’ancora della speranza».



PAPA FRANCESCO, LA PENTECOSTE E LO SPIRITO “NON CONTRO QUALCUNO”

L’armonia che rispetta la diversità è il “motto” di Papa Francesco per questa Pentecoste, con il Santo Padre che si sofferma soprattutto sul tema dei giovani e della generazione “social”: «siamo tutti molto social e molto poco sociali» sottolinea il Papa che poi mette in guardia da chi esclude l’altro preferendo la propria e unica realtà: «Sempre c’è la tentazione di costruire ‘nidi’: di raccogliersi attorno al proprio gruppo, alle proprie preferenze. E dal nido alla setta il passo è breve, anche dentro la Chiesa: quante volte si definisce la propria identità contro qualcuno o contro qualcosa! Lo Spirito Santo, invece, congiunge i distanti, unisce i lontani, riconduce i dispersi». Il rischio forte è allora una società del tutto senza freni, con diversità che alle volte divengono abissi incolmabili: «Oggi nel mondo le disarmonie sono diventate vere e proprie divisioni: c’è chi ha troppo e c’è chi nulla, c’è chi cerca di vivere cent’anni e chi non può venire alla luce», continua Papa Francesco. Da ultimo, la “ricetta” del Papa contro la «cultura dell’aggettivo» che dimentica il sostantivo delle cose e diventa cultura «dell’insulto, la prima risposta ad un’opinione che io non condivido»: per Francesco con la Pentecoste si «porta pace dov’è discordia, concordia dov’è conflitto. Gli uomini spirituali rendono bene per male, rispondono all’arroganza con mitezza, alla cattiveria con bontà, al frastuono col silenzio, alle chiacchiere con la preghiera, al disfattismo col sorriso».