Mentre tra Libia e Iran il mondo guarda atterrito ad una potenziale e non immaginaria guerra mondiale su più fronti, Papa Francesco alla prima Udienza Generale dopo Natale e Capodanno ha voluto lanciato un suo personale appello riferendosi direttamente ai popoli arabi che abitano l’Iraq, il Libano, la Siria e l’intero Medio Oriente: «Nei momenti più tristi della nostra vita, nei momenti più angoscianti e di prova non dobbiamo avere paura ed essere audaci come lo è stato Paolo, perché Dio veglia su di noi, è sempre vicino a voi», è il saluto lanciato dal Santo Padre ai cittadini di lingua araba giunti in Udienza Generale in Vaticano per questo mercoledì 8 gennaio 2020. Non solo, davanti alle 7mila persone presenti in Aula Paolo VI questa mattina, Francesco si è rivolto in particolare «ai pellegrini che vengono dall’Iraq, dal Libano, dalla Siria e dal Medio Oriente». Non ha citato direttamente la guerra e lo scontro in atto tra Usa e Iran ma si è fatto capire ampiamente: «Il Signore vi benedica tutti e vi protegga sempre dal maligno!», facendo specifico riferimento ai «popoli arabi» del Golfo Persico che in queste ore vivono la drammatica situazione del potenziale conflitto globale pronto ad esplodere (ma che da anni ormai vivono vite in anonimato per timore di ripercussioni presso i regimi di Teheran, Damasco e Baghdad).
PAPA FRANCESCO, L’UDIENZA GENERALE DEL MERCOLEDÌ
«il disegno che guida Paolo verso Roma mette in salvo non solo l’Apostolo, ma anche i suoi compagni di viaggio, e il naufragio, da situazione di disgrazia, si muta in opportunità provvidenziale per l’annuncio del Vangelo» spiega Papa Francesco nell’Udienza Generale (qui il testo integrale, ndr), citando il passo degli Atti degli Apostoli (l’attuale catechesi di queste ultime settimane, ndr) dove San Paolo è prigioniero da Cesarea verso Roma, «il soggiorno a Malta diventa per Paolo l’occasione propizia per dare “carne” alla parola che annuncia ed esercitare così un ministero di compassione nella guarigione dei malati. E questa è una legge del Vangelo: quando un credente fa esperienza della salvezza non la trattiene per sé, ma la mette in circolo». Riferimento dunque alla situazione dei migranti nel Mediterraneo che si aggiunge al pensiero rivolto ai luoghi di guerra in Medio Oriente e nella stessa Nord Africa; «Paolo», spiega ancora Papa Francesco nella sua catechesi, «ci insegna a vivere le prove stringendoci a Cristo […] aiutarci a vivere ogni prova sostenuti dall’energia della fede; e ad essere sensibili ai tanti naufraghi della storia che approdano esausti sulle nostre coste, perché anche noi sappiamo accoglierli con quell’amore fraterno che viene dall’incontro con Gesù».