L’ANNUNCIO DI PAPA FRANCESCO DEL VIAGGIO A NICEA: LA MEMORIA STORICA DEL PRIMO CONCILIO ECUMENICO
Nel 2025 parallelamente al Giubileo della Chiesa Cattolica, ricorre il 1700esimo anniversario del Primo Concilio Ecumenico di Nicea e Papa Francesco lancia la sua promessa durante l’udienza con il Patriarcato Ecumenico ortodosso: «È un viaggio che desidero fare, di cuore». Invitati in Vaticano lo scorso 29 giugno 2024 per celebrare la Festa dei Santi Pietro e Paolo, la delegazione del Patriarcato è stata ricevuta da Papa Francesco in udienza e accolta poi con la concelebrazione solenne della Santa Messa per i Santi che hanno cambiato per sempre la storia del cristianesimo.
L’invito a Nicea è pervenuta negli scorsi giorni dallo stesso Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo I, fortemente ringraziato da Papa Francesco: «Sono grato all’amato fratello Sua Santità Bartolomeo e al Santo Sinodo del Patriarcato Ecumenico, per aver voluto inviare anche quest’anno una delegazione a partecipare con noi alla festa dei Santi Patroni della Chiesa di Roma, gli Apostoli Pietro e Paolo, i quali diedero testimonianza della loro fede in Gesù Cristo fino al martirio in questa città». La città di Nicea, fondamentale per la storia del cristianesimo in quanto lì si tenne il primo Concilio Ecumenico per porre fine alle dispute tra cristiani, oggi si trova in Turchia e si chiama İznik, si affaccia sull’omonimo lago circa 130 km sud est da Istanbul.
COSA HA DETTO IL PAPA AL PATRIARCATO ORTODOSSO DI COSTANTINOPOLI E PERCHÈ NICEA È COSÌ IMPORTANTE
Nel 325 dopo Cristo a Nicea l’imperatore romano Costantino convocò tutti i vescovi cristiani per affrontare, appena 12 anni dopo l’Editto che promosse la libertà di culto del cristianesimo nell’Impero Romano, le tante dispute present: tra tutte, la diffusione dell’arianesimo veniva considerata come una delle più grandi divisioni presenti nei cristiani del tempo. Il Concilio di Nicea partì proprio dall’accezione di Ario, sacerdote che sosteneva come Gesù fosse un essere “inferiore” a Dio e quindi minava il concetto di Trinità oltre che poneva non pochi problemi a livello di rapporto con l’autorità imperiale.
Per i poco avvezzi di storia del cristianesimo, con il Concilio di Nicea – dove Costantino aveva invitato tutti i 1800 vescovi della Chiesa cristiana dell’epoca, 1000 in Oriente e 800 in Occidente), ma di cui vennero alla fine solo in 318 – si stabilì il Credo niceno, il testo giunto praticamente intatto fino ad oggi dopo le integrazioni del Concilio di Costantinopoli del 381 («Io credo in un solo Dio Padre Onnipotente, creatore del Cielo e della Terra, di tutte le cose visibili e invisibili…» etc). In termini ancora più semplici, è con il Concilio di Nicea che la Chiesa riafferma contrastando l’arianesimo che Gesù Cristo è davvero Dio, Figlio del Padre e presente nella Trinità con lo Spirito Santo.
Preannunciare un prossimo viaggio a Nicea nel 2025 per celebrare tale anniversario significa lanciare un segnale molto importante per l’unità dei Cristiani, elemento che Papa Francesco richiama da tempo ormai e non solo in questi anni di guerra in Ucraina con lo scollamento ormai totale con la Chiesa ortodossa russa. Il Santo Padre con l’annuncio su Nivea davanti al Patriarcato Ecumenico ha voluto ricordare le origini comuni di cattolici e ortodossi in un’epoca, quella del Concilio di Nicea, dove la divisione tra Oriente e Occidente ancora non v’era in corso. Nel maggio 2014, il Patriarca Ecumenico Sua Santità Bartolomeo con Papa Francesco si sono recati pellegrini a Gerusalemme, per commemorare il 50° anniversario dello storico evento di Papa Paolo VI con il Patriarca Ecumenico Atenagora: «proprio là, dove il nostro Signore Gesù Cristo è morto, risorto e asceso al cielo, e dove lo Spirito Santo è stato effuso per la prima volta sui discepoli, abbiamo ribadito il nostro impegno a continuare a camminare insieme verso l’unità per la quale Cristo Signore ha pregato il Padre, “perché tutti siano una sola cosa”, ha detto Papa Francesco salutando la delegazione ortodossa.