I “rumors” politici d’Oltretevere non sono certo una novità nei media nazionali, ma pare che nelle ultime settimane si siano intensificate dopo il caos esploso nel mondo scuola sulla Ministra Lucia Azzolina e sul piano del Governo “deficitario” proprio per l’area istruzione-educazione: secondo quanto riportato da “Italia Oggi” sono due le strade principali che la Chiesa sta studiando per i prossimi “posizionamenti” futuri. Da un lato il Vaticano e in particolare Papa Francesco gradirebbero molto la riconferma del Capo dello Stato in un secondo mandato al Colle – il cosiddetto “Mattarella Bis” – dall’altro invece la Cei starebbe prendendo distanza dalla Santa Sede in merito al giudizio politico sul Premier Giuseppe Conte.



«Sul fronte della nascita di un nuovo partito che occupi lo spazio vuoto al centro, la Conferenza episcopale italiana (in questo con una certa differenza di accenti rispetto alla Santa Sede) sembra voler accantonare l’ ipotesi di legarsi mani e piedi al fragile Giuseppe Conte il cui partito finirebbe per poter essere spendibile solo in una maggioranza pencolante a sinistra», scrive Antonellis su “Italia Oggi” mettendo in relazione le frenetiche attività di Casalino & Co. nel preparare la lista Conte per il prossimo futuro e le “diffide” dei vescovi dopo il caso lockdown e il caos-scuola.



CEI SI È STUFATA DI CONTE?

La Conferenza Episcopale Italiana gradirebbe e non poco una grande formazione di centro che unisca Calenda, Berlusconi, Renzi, i cattolici del Popolo della Famiglia e la nuova Dc di Rotondi: «stillicidio di chiusure di scuole cattoliche, uccise proprio dai mancati aiuti stanziati dal ministro Lucia Azzolina e dal Pd», sottolinea il quotidiano economico, è il motivo per cui la Cei si starebbe allontanando dall’ex paladino dei moderati Giuseppe Conte. Sono quasi 1000 le scuole cattoliche che a settembre rischiano di non aprire per via del Decreto scuola che non offre praticamente alcuna garanzia per le paritarie pubbliche di tutto il Paese.



«L’ aggregazione di Forza Italia, Azione e PdF varrebbe tranquillamente il 10% dal punto di vista elettorale, con il pregio di poter essere elasticamente spendibile su qualsiasi geometria di governo. Alcuni vorrebbero provare ad inserire in questo progetto anche Italia Viva di Matteo Renzi», scrive ancora “Italia Oggi” riportando gli ultimi rumore-mosse che vanno da Bruno Tabacci fino all’ex Premier Silvio Berlusconi. Tutto andrà verificato e confermato non appena si avrà una vaga idea su quando arriveranno le prossime elezioni nazionali: non sono pochi a ritenere che si possa arrivare a gennaio 2022 con la quasi certa rielezione di Mattarella al Quirinale per poter vedere convocate nuove Elezioni e un cambio di passo che mostri – forse – un nuovo agglomerato “centrista-cattolico” contro Pd, M5s e Lega-FdI.