PROFANATA LA STATUA DEDICATA A PAPA GIOVANNI PAOLO II A LODZ, IN POLONIA
“Maxima culpa”: 18 anni esatti dopo la nascita in cielo di San Giovanni Paolo II la statua a lui dedicata davanti alla Cattedrale di Łódź è stata profanata, imbrattata e attaccata. Il monumento di Karol Wojtyla situato nella regione al centro della sua stessa Polonia è stato attaccato proprio nella notte dell’anniversario della sua scomparsa: vernice rossa, gialla e una scritta inequivocabile sul motivo per cui viene profanata la memoria del Santo Padre polacco, “Maxima culpa” (massima colpa). L’accusa deriva da quanto sostenuto in un libro uscito in questi giorni, per l’appunto dall’omonimo titolo “Maxima culpa”, dove un giornalista olandese corrispondente in Polonia Ekke Overbeek rivela come in realtà Wojtyla, da cardinale di Cracovia, sapesse di alcuni casi di pedofilia coprendo però i sacerdoti responsabili.
Contro la tesi del libro-denuncia si è scagliata oltre la Chiesa anche il partito del Presidente Jaroslaw Kaczynski oltre che il Premier Mateusz Morawiecki, che proprio oggi farà visita Wadowice, città natale di Karol Wojtyla per i 18 anni dalla sua scomparsa: «Oggi abbiamo la guerra non solo dietro la nostra frontiera dell’est; vi sono enti che cercano di provocare la guerra della civiltà anche dentro la Polonia. Da cristiani dobbiamo difendere la memoria del pontefice nato a Wadowice; ci sono tantissime prove che lui abbia lottato contro il male, anche dentro la chiesa, mentre le accuse contro di lui sono basate su fonti ambigue», ha spiegato il Premier di Polonia solo qualche giorno fa.
18 ANNI DOPO LA MORTE DI PAPA WOJTYLA LE (INCRESCIOSE) ACCUSE AL SANTO PONTEFICE
La Chiesa e i fedeli di Lodz sono rimasti sbigottiti stamattina davanti alla statua del loro amato papa Giovanni Paolo II imbrattata e profanata, così come avevano già subito con dolore agli attacchi di queste settimane contro la memoria di Karol Wojtyla: secondo il libro “Maxima culpa. Giovanni Paolo II ha saputo” il Santo Padre quando ancora era cardinale di Cracovia, prima della sua elezione a Papa nel 1978, sapeva dei casi di pedofilia da parte dei preti della sua diocesi. Seppe reagire in conformità al Codice canonico allora in vigore, ma «ha ugualmente coperto i casi preoccupandosi soprattutto perché non arrivassero alla conoscenza del potere comunista di quei tempi», denuncia il cronista Ekke Overbeek partendo dal caso di un prete emerso nel 1970. «La Polonia deve troppo a Wojtyla e non si può ridurre il suo pontificato solo alla questione della pedofilia. Non credo che coprisse in modo consapevole questi crimini», aveva dichiarato Adam Michnik – il caporedattore di Gazeta Wyborcza – parlando del libro che secondo gli esperti in Polonia potrebbe incidere sul culto di Papa Wojtyla.
Le accuse contro Giovanni Paolo II sono state «create» ad arte «dai servizi», lamenta monsignor Stanislao Gadecki, presidente della Conferenza episcopale polacca: il postulatore della causa di canonizzazione con la quale Giovanni Paolo II è divenuto Santo per la Chiesa già nel 2014, Slawomir Oder, ha detto inoltre che «Non c’è stata allora una voce più forte di quella di Giovanni Paolo II sulla necessità di liberare la Chiesa dai crimini di pedofilia. Questi problemi sono stati accuratamente analizzati negli archivi del Vaticano e nell’ambito del processo di beatificazione queste accuse sono negate dai fatti».