Papa Francesco non ha deluso le aspettative. E ha usato perfino toni spiritosi quando ha ricordato alla platea di confindustriali convenuti in Vaticano per celebrare la loro assemblea annuale che è molto difficile vedere un ricco entrare nel Regno dei Cieli. Difficile ma non impossibile, ha specificato, perché… Sì, insomma, ci sono alcuni accorgimenti che potrebbero aiutare a fare aprire le porte del Paradiso anche di fronte a chi nella vita terrena se l’è passata bene.
La parola magica è condivisione. Una delle piaghe più dolorose di questi tempi è l’enorme distanza che si sta scavando tra chi guadagna posizioni nella scala sociale e chi ne perde. E qui bisogna decidere se prendere esempio dal buon samaritano del Vangelo e avere cura del prossimo o seguire le orme di Giuda disposto a tradire per 30 denari. “L’economia cresce e diventa umana – ammonisce il Pontefice – quando i buoni samaritani diventano più numerosi dei Giuda”.
Giù applausi. Un’altra forma di condivisione si ottiene pagando le tasse da non considerare “un’usurpazione” perché “sono il cuore del patto sociale”. Grazie alla restituzione alla comunità di parte della propria ricchezza si allarga l’area del benessere e si consente ai poveri di mezzi di affrontare la vita con dignità potendo usufruire della scuola, della sanità, degli altri beni pubblici. Poi c’è la filantropia che si manifesta con il dono nei modi più diversi che l’uomo sa pensare.
Anche la creazione di lavoro è un modo per condividere, soprattutto quando riguarda i giovani che sono la linfa della società e delle stesse imprese senza i quali non possono prosperare. Attenzione quindi alle insidie della tecnologia se ci introduce a un mondo in cui la prosperità si ottiene senza lavoro. È questo un tasto molto dolente che induce a ragionare sui confini dell’intelligenza artificiale che non può sostituire quella umana alimentando sacche di emarginazione.
La remunerazione dei propri sforzi non può generare retribuzioni troppo diverse perché quando il salario è troppo basso rispetto agli stipendi dei top manager e alle rendite finanziarie “si ammala la comunità aziendale e presto si ammala la società”. Si perde il senso di appartenenza a un destino comune e di fronte a una crisi si reagisce male. Datori di lavoro e lavoratori sono indissolubilmente legati in un patto di solidarietà che premia il merito e l’impegno.
Tanto più che il vero imprenditore è un lavoratore esso stesso e non perde il contatto con la fabbrica, con i suoi collaboratori, con la fatica di tutti i giorni. Chi si trasforma in finanziere e dimentica “l’odore del lavoro” tradisce la sua missione. E trascorrendo il tempo tra viaggi e riunioni non riconosce più i suoi prodotti, perde la gioia di toccarli e si dimentica d’innovarli avviando la sua attività verso un triste declino economico.
I problemi del presente e la paura del futuro inducono le nuove generazioni a non fare più figli determinando quello che Francesco definisce “un brutto inverno demografico”. Le donne non devono temere di perdere la propria occupazione quando restano incinte, ma, al contrario, devono essere incoraggiate e favorite dal momento che “fare figli – dice il Papa – è una questione patriottica”. Indispensabile per dare slancio e prospettive di crescita all’intero Paese.
Le imprese devono essere una risorsa per l’intera comunità circostante diventando fonte di benessere per il maggior numero possibile di persone. Un serbatoio di opportunità e di valori che si esprime anche attraverso l’integrazione degli immigrati e la protezione dei migranti che vanno accolti, inclusi, e mai più sfruttati. Il principio della condivisione si allarga alle misure di sicurezza e al contrasto di ogni forma d’ingiustizia.
Invoca, Francesco, la definizione di un sistema economico che sia in grado di salvare le fondamenta del capitalismo per essere all’altezza del cambiamento d’epoca che stiamo vivendo. Dove la ricerca del profitto s’integri con la salvaguardia dell’ambiente e la capacità creativa di imprenditori nuovi s’imponga al declino del pianeta che rischia di mostrarsi “ferito, forse invivibile”.
Il cammino per il Regno dei Cieli non sarà una passeggiata di salute.
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