«Sono vivo, anche se qualcuno mi voleva morto. Ci sono stati incontri di prelati che preparavano il Conclave»: questo il sunto del colloquio con i Gesuiti tenuto da Papa Francesco durante l’ultimo Viaggio Apostolico delle scorse settimane. Quelle poche ma roboanti parole hanno fatto il giro del mondo dopo esser state pubblicate da Civiltà Cattolica: c’era una vero complotto per provare a “destituire” il Santo Padre? Davvero alcuni vescovi pensavano di preparare un Conclave in quanto convinti che il Papa non riuscisse a superare il ricovero della scorsa estate? La spaccatura interna alla Chiesa tra “tradizionalisti” e “modernisti” è davvero così imponente come viene descritta da pseudo-complotti mediatici?
Le domande sono diverse e l’ultima puntata di “Fuori dal coro” con Mario Giordano ha raccolto il tema e indagato a fondo ricevendo alcune importanti ‘confessioni’, ancora tutte da riconoscere come vere/plausibili. In primis, il capo del presunto complotto anti-Bergoglio sarebbe un alto prelato da oltre 10 anni in Vaticano e legato al mondo tradizionalista cattolico: così l’identikit lanciato dai cronisti della trasmissione “Fuori dal Coro”, e confermato dall’intervista di Mario Giordano al collega Gianluigi Nuzzi, esperto saggista in materia di (presunti) scandali in Vaticano. Secondo le fonti riportate dalla trasmissione Mediaset, addirittura il Papa avrebbe saputo solo il nome del “capo” di questo presunto complotto, mentre avrebbe confessato ai gesuiti durante la visita in Slovacchia, «non ho voluto sapere i nomi degli altri commensali per non prendermi un dispiacere». Vi sarebbe già un documento di indagine compiuta in Santa Sede e pronto ad essere consegnato a Papa Bergoglio: secondo le medesime fonti citate a “Fuori dal coro”, i presunti ‘commensali’ sarebbero 4-5 cardinali a maggioranza stranieri e tutti esponenti della curia vaticana.
MA CHI SAREBBERO I ‘CONGIURATI’ DEL PAPA?
Tali presunti ‘congiurati’, secondo le ricerche fatte da Nuzzi, «sono degli appartenenti alla Chiesa imperiale che guarda al proprio ombelico, la Chiesa delle zone d’ombre. Non ci sono solo i vecchi vescovi della Curia romana, ma anche persone alle quali Francesco aveva dato sbagliandosi una fiducia poi malriposta». In collegamento con il collega Giordano, il popolare conduttore di “Quarto Grado” aggiunge dettagli: «L’accusa peggiore a Papa Francesco è quella di neomodernismo teologico che sposta la dottrina fuori dai binari della Bibbia, è una visione molto dogmatica della Chiesa e che contrasta con quanto ha sempre detto il Papa sulla Chiesa che non deve solo aiutare i poveri ma deve essere povera». Come ovvio, resta sempre da verificare quanto affermato visto che già in passato non tutto quanto contenuto nei libri di Nuzzi sugli scandali del Vaticano si è poi confermato come effettivo al 100%.
Intanto però, girando in Vaticano a telecamere spente, il cronista inviato di “Fuori da coro” raccoglie alcune ammissioni fatti da uomini di Chiesa (senza però sapere chi sono, che ruolo hanno e se si tratta di una opinione diffusa o solo di una semplice idea personale) che lanciano pesanti accuse al Magistero di Papa Francesco: «Guardi, già da anni si dice ‘ma quando non ci sarà lui?”, ma questo è normale. Tanti buoni cristiani stanno dicendo “ma quando finisce?”». L’insofferenza, spiega ancora la “fonte” vaticana, è dovuta alla proposta cristiana fatta da Bergoglio: «certamente a qualcuno non piace quanto propone sulla Chiesa, e si vede». Con un sacerdote – anche lui anonimo – da anni in servizio presso la Segreteria di Stato vaticana, l’ammissione è ancora più tranciante: «questi lo vogliono morto perché se no la carriera con questo Papa non la fanno. Prima se ne va e meglio è per loro, con Francesco alcuni non diventeranno mai Cardinali». Infine, un vescovo sempre a telecamere spente con “Fuori dal Coro” giudica il Santo Padre incapace di avere una buona diplomazia nei rapporti: «credo che Bergoglio non sia abituato alla diplomazia vaticana, ho l’impressione che ci sia stata un po’ troppa improvvisazione». Interpellato in merito alle parole clamorose del Papa, il Segretario di Stato Card. Pietro Parolin ha ridimensionato e non poco i “complottismi” subito sorti: «Probabilmente il Papa ha informazioni che io non ho perché sinceramente non avevo avvertito che ci fosse questo clima. Penso, senza avere molti elementi nella mano, che si tratta di una cosa di pochi, di qualcuno che si è messo in testa queste cose». Per un altro arcivescovo curiale di lungo corso come monsignor Gianfranco Girotti, già reggente della Penitenzieria in Vaticano, l’ipotesi della congiura è da escludere totalmente: «Il fatto è che sul Papa e sulla sua salute ci sono troppe voci, anche incontrollate, che circolano e il Pontefice le smentisce in diretta. Non che i corvi non ci siano, intendiamoci: ci sono e ci saranno sempre ma congiure io le escludo. Il Papa ha un suo obiettivo, e quindi manda messaggi chiari».