Papa Luciani fu ucciso, avvelenato da monsignor Paul Marcinkus, allora presidente dello Ior, la banca vaticana, con delle gocce di cianuro. Lo sostiene Anthony Luciano Raimondi, 69enne gangster della famiglia mafiosa americana dei Colombo, nonché nipote del padrino Lucky Luciano, boss legato alla cosiddetta “Cosa nostra statunitense”. In un libro di memorie intitolato When the Bullet Hits the Bone, appena pubblicato negli Usa dalla casa editrice Page Publishing, Raimondi sostiene che papa Giovanni Paolo I fu vittima non di un infarto miocardico acuto come dichiarato dal Vaticano, bensì di una congiura di palazzo motivata dalla volontà del Pontefice di denunciare le frodi azionarie compiute nei sacri palazzi. Secondo la versione del gangster, un gruppo di truffatori – di cui faceva parte lo stesso Marcinkus – falsificava in Vaticano le azioni di grandi compagnie americane come Ibm, Coca Cola e Sunoco. Fu per questo motivo che l’allora numero uno dello Ior decise di eliminare quel Papa scomodo e per questo chiese la collaborazione delle stesso Raimondi, suo cugino allora 28enne, convocato a Roma affinché studiasse le abitudini del Santo Padre.
“PAPA LUCIANI AVVELENATO DA MARCINKUS”
Nel libro di memorie appena pubblicato, il mafioso americano scrive che si trovava proprio davanti alla stanza del Papa quando scattò l’operazione che – a suo dire – portò all’uccisione di Giovanni Paolo I. Nella tazza di tè che Papa Luciani era solito bere prima di andare a letto Marcinkus avrebbe aggiunto del valium per farlo cadere in un sonno profondo. Poi usò un contagocce per inserire del cianuro nella bocca del Papa. Per non destare alcun sospetto, aggiunge il nipote del padrino Lucky Luciano, quando la morte del Pontefice era stata scoperta, Marcinkus e gli altri suoi complici accorsero al capezzale del Santo Padre ormai defunto simulando stupore. Secondo Raimondi, anche Giovanni Paolo II rischiò di fare la stessa fine per gli stessi motivi: alla fine, però, Wojtyla avrebbe rinunciato a denunciare la frode e per questo ebbe salva la vita. Questa versione dei fatti sulle modalità che portarono alla morte del “Papa del sorriso”, salito al soglio pontificio da appena 33 giorni, viene ovviamente respinta con forza dal Vaticano, che pure contribuì col suo atteggiamento ad alimentare i misteri su quel decesso. Come sottolineato da “Il Fatto Quotidiano”, la sera prima di morire, durante la cena con i due segretari, Luciani venne colpito da un lieve malore, con alcune fitte al petto che vennero però sottovalutate e non portarono alla convocazione del medico di turno in Vaticano. La stessa scelta della Santa Sede di non svelare immediatamente che a trovare il corpo di Luciani furono due suore non fece altro che alimentare ulteriori sospetti.