DOCUMENTO ARCHIVIO VATICANO SU PADRE MACIEL: PAPA PIO XII AVEVA COLTO LA PERICOLOSITÀ DEL FONDATORE DEI LEGIONARI DI CRISTO
Non solo padre Maciel avrebbe dovuto “curarsi” ma Papa Pio XII già nel 1956 avrebbe voluto rimuoverlo per le iniziali accuse che venivano mosse contro il fondatore dei Legionari di Cristo, riconosciuto e condannato per pedofilia solo 50 anni più tardi. Lo dimostra un appunto conservato nell’Archivio Apostolico Vaticano, anticipato dall’ANSA e ora pubblicato da Massimo Franco nel supplemento “La Lettura” del “Corriere della Sera”. Padre Marcial Maciel Degollado, controverso sacerdote messicano e fondatore degli ancora più controversi “Legionari di Cristo”, in data 1 ottobre 1956 venne assunto a protagonista di un documento siglato da mons. Giovanni Battista Scapinelli, all’epoca numero tre della Congregazione per i Religiosi, su precisa volontà di Papa Pacelli.
Pio XII faceva scrivere così nel documento ora emerso pubblicamente: «se il Maciel si presenta in S. Congregazione, il sottoscritto gli ordinerà di andare a farsi curare, di abbandonare ogni contatto coi suoi alunni (religiosi) sino a che la S. Congregazione non gli ordini altrimenti». Non solo, nella nota su padre Maciel del Vaticano viene anche indicato che qualora non si presentasse in 2 giorni, «sarà bene comunicare al Maciel un ordine perentorio: o parte per curarsi, o rimane sospeso a divinis». Le motivazioni addotte per quella durissima presa di posizione di Pio XII erano dovute da «gravi ragioni» senza però specificare ulteriormente: in realtà già all’epoca si vociferava che rapporti tutt’altro che limpidi intercorrevano tra Maciel e alcuni seminaristi dei Legionari, ma si era ancora lontani dal clamoroso scandalo che mezzo secolo più tardi la Chiesa stessa denunciò contro quel sacerdote accusato di pedofilia, abusi e in grado di avere doppie e triple vite con amanti e figli segreti.
PERCHÈ PADRE MACIEL VENNE POI “PROTETTO”? LE DUE IPOTESI DOPO IL DOCUMENTO DI PIO XII
Il documento mostrato ora non fa che dimostrare come Papa Pio XII non aveva alcuna scusante da imputare per padre Maciel, ma ci si chiede a questo punto come mai se un giudizio così duro veniva espresso dal vertice della Chiesa poi non si passò alla prova dei fatti, attendendo Benedetto XVI che nel 2006 denunciò i gravi comportamenti di Maciel e di molti appartenenti ai Legionari di Cristo (da allora commissariati per questo). Secondo quanto emerso dagli stessi archivi del Vaticano, vi sarebbe una “cancellazione” dell’ipotesi di sospensione “a divinis” oltre che vi è traccia di un incontro il 2 ottobre 1956 – il giorno dopo del documento – tra Scarpinelli, Maciel e cardinale Giuseppe Pizzardo, principale “sponsor” del n.1 dei Legionari in Vaticano.
Secondo quanto riporta il “Corriere”, il 3 ottobre vi è una lettera che testimonia la risposta di padre Maciel alle accuse, dove però afferma di accettare l’umile invito alla cura: «sono una vittima calunniosa», avrebbe sostenuto il sacerdote messicano, allegando un certificato medico e beandosi dei risultati dei suoi Legionari. La pratica di Pio XII però proseguì contro Maciel fino al 1958 quando Papa Pacelli morì e il caso si “interruppe” fino al 2010 quando Benedetto XVI, dopo la morte di Maciel due anni prima, decise di commissariare l’ordine creato nel 1941.
Resta appunto da capire come mai per 50 anni alcuni vertici del Vaticano arrivarono a coprire le malefatte di Maciel, o quantomeno non presero provvedimenti rapidi e urgenti contro le prove che iniziavano ad accumularsi sul suo conto: secondo lo studio degli Archivi in Vaticano emergerebbero due motivazioni principali, la prima di carattere religiosa-missionaria e la seconda prettamente economica. In primo luogo, Maciel con i Legionari di Cristo in Messico rappresentava un argine ai movimenti anticlericali comunisti dell’epoca, convincendo moltissimi seminaristi e sacerdoti; in secondo, spiega l’ANSA, «Maciel mise in piedi rapidamente una rete finanziaria che andava dalla Spagna, all’America latina, a Roma». Secondo le fonti legate sempre alla Santa Sede, il fondatore dei Legionari di Cristo cominciò a distribuire soldi anche in Vaticano, «allargando una rete di protezioni che gli permettevano di continuare indisturbato».