Papa Francesco ha rilasciato un messaggio ufficiale per la terza Giornata Mondiale dei Poveri che si tiene oggi, un messaggio profondo come suo solito e non scevro di dure accuse nei confronti dello sfruttamento e della miseria in cui le società opulente tengono milioni di persone nel mondo. “Quante volte vediamo i poveri nelle discariche a raccogliere il frutto dello scarto e del superfluo, per trovare qualcosa di cui nutrirsi o vestirsi! Diventati loro stessi parte di una discarica umana sono trattati da rifiuti, senza che alcun senso di colpa investa quanti sono complici di questo scandalo” ha detto, aggiungendo che non è il caso di leggere le statistiche, perché “i poveri non sono numeri a cui appellarsi per vantare opere e progetti, poveri sono persone a cui andare incontro: sono giovani e anziani soli da invitare a casa per condividere il pasto; uomini, donne e bambini che attendono una parola amica”. Ma soprattutto, ha detto ancora, “i poveri ci salvano perché ci permettono di incontrare il volto di Gesù Cristo”. Il messaggio si apre con una citazione dai Salmi, “la speranza dei poveri non sarà mai delusa” e sottolinea la necessità dell’impegno dei cristiani: “I poveri sono il frutto sempre più numeroso di una società dai forti squilibri sociali che costruisce muri e sbarra ingressi e che vorrebbe sbarazzarsi di loro; ma sono anche coloro che “confidano nel Signore” e la Chiesa, come ciascun cristiano, è chiamata ad un impegno particolare nei loro confronti”.
L’IMPEGNO DEI CRISTIANI
Un grande sviluppo economica, ha continuato, ha creato una perequazione tale da “arricchire gruppi di persone a scapito di una massa sempre più povera a cui manca il necessario e privilegiati che senza alcun senso di Dio danno la caccia ai poveri per impossessarsi del poco che hanno”. Parole durissime come si vede, ma anche, il papa, l’unico leader mondiale capace di chiamare le cose con il loro nome: lo sfruttamento criminale di pochi sui molti. Tocca ai cristiani darsi da fare: “Siamo chiamati, piuttosto, a toccare la sua carne per comprometterci in prima persona in un servizio che è autentica evangelizzazione. La promozione anche sociale dei poveri non è un impegno esterno all’annuncio del Vangelo, al contrario, manifesta il realismo della fede cristiana e la sua validità storica. L’amore che dà vita alla fede in Gesù non permette ai suoi discepoli di rinchiudersi in un individualismo asfissiante, nascosto in segmenti di intimità spirituale, senza alcun influsso sulla vita sociale”. D’altro canto è proprio con il loro impegno nei confronti degli ultimi che i cristiani dei primi secoli si fecero riconosce, apprezzare e contribuirono ala conversione dei popoli.