La domanda che tanti si pongono nel giorno dei 93 anni compiuti da Papa Benedetti XVI e dopo una lunga assenza dalla scena pubblica del Papa Emerito è come stia effettivamente ad oggi il Santo Padre tedesco: in una bella intervista a “Il Piccolo” parla l’ex responsabile della Sala Stampa Vaticana, Padre Federico Lombardi che è stato tra i collaboratori di Joseph Ratzinger durante il suo Papato. «In lui la fragilità fisica procede con l’età senza far venir meno la brillantezza intellettuale. Si vedeva già bene alla fine del suo pontificato. Nelle grandi cerimonie nella basilica di San Pietro aveva iniziato a utilizzare la pedana mobile usata nelle ultime fasi da Giovanni Paolo II. Le sue forze non erano più all’altezza di fargli affrontare i processi decisionali, le riunioni e le incombenze richieste dal governo della Chiesa universale, soprattutto per quanto riguardava i progetti di viaggi internazionali», spiega Padre Lombardi che conferma come Ratzinger non si sia mai pentito della scelta forte delle dimissioni, «La sua è stata una considerazione oggettiva del venir meno delle energie fisiche necessarie a svolgere un ruolo esigente e impegnativo come quello di Papa».
Al netto di ciò, tanto allora quanto oggi Papa Benedetto XVI resta una guida e un faro illuminato nelle tenebre della contemporaneità specialmente in Europa: davanti alla disgregazione politica, economica e social a rischio con la pandemia da coronavirus, è il Cardinal Sarah (prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti) a ricordare oggi su Twitter lo splendido e illuminato Discorso al Collegio dei Bernardini nel 2008 dove Ratzinger tenne una vera e propria lezione sull’Europa valida ancora: «Una cultura puramente positivista, che ritornerebbe al dominio soggettivo, in quanto non scientifica, la questione riguardante Dio, sarebbe la capitolazione della ragione, la rinuncia alle sue più alte possibilità e quindi un fallimento dell’umanesimo. Ciò che ha fondato la cultura dell’Europa, la ricerca di Dio e la volontà di ascoltarlo, rimane oggi il fondamento di tutta la vera cultura».
I 93 ANNI DI BENEDETTO XVI
Papa Benedetto XVI compie 93 anni
ma sarà purtroppo un compleanno “diverso” dal solito: Josep Ratzinger nacque il 16 aprile del 1927 ed da tempo è ormai “ritirato” a vita privata (senza disdegnare uscite pubbliche con libri, interviste e commenti sempre lucidi e “sul pezzo”) nel Monastero Mater Ecclesiae all’interno dei Giardini Vaticani. Inevitabilmente con l’incombere della pandemia da coronavirus, le sue condizioni precarie di salute non permettono visite e perciò, proprio come tanti altri suoi coetanei e vicini di “età”, le giornate si fanno più difficili ed aumenta l’attività contemplativa di chi già ha deciso di vivere dopo le storiche dimissioni del 2013 nella preghiera in umile servizio al Signore. Ieri il fidato segretario personale Mons. Georg Gaenswein (da poco congedato da Papa Francesco dopo la vicenda del libro del Cardinal Sarah con testi di Papa Ratzinger) ha fatto sapere alle agenzie che il Santo Padre Emerito sta bene anche se dovrà vivere un compleanno diverso dal solito: «trascorrerà il compleanno senza visite all’interno del Monastero Mater Ecclesiae».
Oltre ai suoi collaboratori, non vi saranno altre persone che potranno andare a trovarlo, nemmeno Papa Francesco: «Tenendo conto della situazione attuale non ci saranno visite. Anche il fratello non c’è. Ma certamente sarà così che la giornata del compleanno del Papa emerito riceverà una veste più festiva e solenne». Nei giorni del nuovo corso intrapreso dalla Chiesa tedesca (qui un nostro focus) e delle fatiche europee nel trovare un accordo sugli strumenti di solidarietà tra Paesi davanti alla crisi della pandemia, il pensiero lucido, umanista e illuminato di Papa Benedetto XVI è vivo più che mai con numerose “lezioni” che la politica Ue sembra aver sommessamente dimenticato.
IL PENSIERO DI RATZINGER “DIMENTICATO” DALL’EUROPA
«In gran parte della materia da regolare giuridicamente, quello della maggioranza può essere un criterio sufficiente. Ma è evidente che nelle questioni fondamentali del diritto, nelle quali è in gioco la dignità dell’uomo e dell’umanità, il principio maggioritario non basta: nel processo di formazione del diritto, ogni persona che ha responsabilità deve cercare lei stessa i criteri del proprio orientamento», ripeteva Benedetto XVI nel famoso discorso al Bundestag del 2011, alla presenza della cancelliera Angela Merkel. Perché parlare di Europa significa in primo luogo capire di cosa si intende quando si parla dei cittadini europei: ancora Ratzinger spiegava «A questo punto dovrebbe venirci in aiuto il patrimonio culturale dell’Europa.
Sulla base della convinzione circa l’esistenza di un Dio creatore sono state sviluppate l’idea dei diritti umani, l’idea dell’uguaglianza di tutti gli uomini davanti alla legge, la conoscenza dell’inviolabilità della dignità umana in ogni singola persona e la consapevolezza della responsabilità degli uomini per il loro agire». Il pensiero e l’eredità di Ratzinger all’Occidente è quanto di più prezioso possa esistere e coesistere ancora oggi in cui si celebrano i 93 anni “dell’umile servitore della vigna del Signore”: per il Papa Emerito «le conoscenze della ragione costituiscono la nostra memoria culturale. Ignorarla o considerarla come mero passato sarebbe un’amputazione della nostra cultura nel suo insieme e la priverebbe della sua interezza».
COME STA IL PAPA EMERITO?
Ma oggi come sta il Papa Emerito? Non molte settimane fa, nel pieno della quarantena da coronavirus, Francesca Immacolata Chaouqui ex membro della Commissione referente di studio e indirizzo sull’organizzazione delle strutture economiche e amministrative della Santa Sede (prima dell’arresto per fuga di notizie) raccontava così la semplice quotidianità di Papa Ratzinger ai tempi della pandemia: «Papa Benedetto ormai da tempo offre la messa e la preghiera quotidiana per gli ammalati, le famiglie delle vittime, gli operatori sanitari, i governatori e tutte le persone che stanno soffrendo a causa del virus». La stessa Chaouqui, come già più volte segnalato dallo stesso Mons. Georg, «Lui c’è anche se non lo vedete. Se non esce. Pregate per lui amici miei, le sue preghiere leniranno questi giorni difficili». L’abbraccio della Chiesa, di Papa Francesco e di tutto il popolo di Dio va al Papa Emerito affinché lui, come i tantissimi anziani “bloccati” dalla quarantena di questo lungo e cupo periodo, possano uscirne ancora più forti e dediti a quella funzione di “memoria storica” di cui l’umanità ha notevole bisogno, a maggior ragione oggi.