Il luogotenente dei carabinieri, Mirko Gatti, è stato ospite stamane negli studi de I Fatti Vostri. Si tratta del militare che ebbe un ruolo da protagonista pochi giorni fa a Roncadelle, dove un uomo aveva sequestrato il figlio dopo averlo rapito durante un incontro con l’assistente sociale. “Era uno di quei pomeriggi in cui sarei dovuto andare a casa presto – ha ricordato Mirko Gatti – ma il mio comandante mi ha detto che bisognava andare a Roncadelle perché c’era una persona che si era barricata in casa. Io sono partito da Cremona e nel contempo ho cercato di acquisire informazioni; intanto che arrivavo c’era già una squadra ad attendermi che raccoglieva ciò che stava succedendo e nel corso del tragitto ho scoperto che un padre aveva preso un bimbo togliendolo all’assistente sociale e minacciandolo con una pistola, poi era tornato nella sua abitazione”.



E ancora: “Abbiamo cercato di evitare più pattuglie sotto casa in un primo momento, poi abbiamo valutato che in quel momento era più ragionevole negoziare al telefono. Ci siamo rapportati con il gis con i loro negoziatori, abbiamo concordato la strategia per prendere contatto con il padre. Mentre mi accingevo a chiamare, squilla il telefono in caserma ed era proprio il papà: mi disse che lui era a casa, che era con il suo bimbo e non volevo fargli nulla, volevo solo stare con lui. Ho avuto subito una percezione positiva e abbiamo cominciato a parlargli, bisognava entrare in empatia con lui”.



PAPA’ SI BARRICA IN CASA COL FIGLIO A RONCADELLE, IL NEGOZIATORE: “NON HO MAI TEMUTO PER IL BIMBO”

E ancora: “Non ho mai temuto che il bimbo potesse correre un pericolo, abbiamo sempre pensato positivamente, grazie anche al dialogo, lui continuava a garantirci che non gli avrebbe mai fatto nulla di male. All’inizio ascoltavo il racconto di questo padre – ha proseguito raccontando del caso di Roncadelle – tendevo l’orecchio a ciò che succedeva, sentivo il bimbo che guardava la tv, voleva mangiare e voleva fare il bagno”.

Ad un certo punto Mirko Gatti ha capito che il caso di Roncadelle era stato risolto: “Quando ho visto il bimbo salvo mi sono commosso ma mi ero commosso già prima quando il padre mi aveva inviato la foto del padre con il bimbo, avevo capito che ce l’avevamo fatta”.