Esattamente il 22 ottobre di 42 anni fa, era il 1978, si insediava Giovanni Paolo II. Il Papa più amato di tutto i tempi iniziava il suo ministero con una frase che rimase scritta nella storia “Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!”. Parole che secondo Monsignor Oder, riecheggiano oggi con una nuova forza, attualizzate in un periodo drammatico come quello che stiamo vivendo ormai da otto mesi a questa parte causa epidemia di coronavirus. “’Aprite, spalancate le porte a Cristo’ hanno un valore programmatico – le parole di Monsignor Oder ai microfoni di Vaticannews – allora che rimangono valide ancora oggi. Perché così come la vita di Giovanni Paolo II era un pagare debito nei confronti dell’amore di Dio, così noi oggi accogliendo questo invito possiamo in qualche modo fare la nostra parte nel pagare il debito nei confronti di questo pontefice, nei confronti della storia in cui viviamo”. Mons. Oder ricorda come oggi i fedeli possono aprire i cuori, le menti e le coscienze, ma anche “aprire i sistemi politici, economici, statali, della cultura, i vasti campi in cui agisce l’uomo, al messaggio cristiano”.
MONSIGNOR ODER: “PAPA WOJTYLA FECE CADERE IL COMUNISMO MA LUI…”
Monsignor Slawomir Oder, postulatore della causa di canonizzazione di San Giovanni Paolo II, ha ricordato poi l’immensità del Pontefice, Papa venuto dall’est europeo, che fece cadere il Comunismo e di fatto crollare l’Unione Sovietica: “All’improvviso con lui ci si è dovuti rendere conto anche dell’esistenza dell’est europeo. Però, pur essendo un protagonista con la sua parola, l’incoraggiamento, era estremamente umile. Quando gli si faceva presente che era stato lui a far crollare il comunismo, lui lo negava chiaramente. Diceva che era stata la Provvidenza divina, servendosi anche di lui”. Papa Wojtyla, spiega ancora Monsignor Oder, è stato un Papa che ha guidato i fedeli con le sue preghiere ma anche con la sua parola, il suo insegnamento, la sua testimonianza e il suo coraggio: “Giovanni Paolo II – conclude – ci ha insegnato a non rassegnarci alla mediocrità, ma di vivere la pienezza della nostra vita in modo tale da fare della nostra vita un vero capolavoro”.