Martirologio Romano: “A Roma, San Zaccaria, Papa, che arginò la veemenza dell’invasione longobarda, indicò ai Franchi quale fosse il giusto governo, dotò di chiese i popoli germanici e tenne salda l’unione con la Chiesa d’Oriente, governando la Chiesa di Dio con somma accortezza e prudenza”.

Nato in Calabria, ma di origine greca, fu eletto il 3 dicembre 741. L’opera e l’operato di san Zaccaria Papa ebbero più direzioni. Innanzitutto rispose al problema longobardo. Ebbe rapporti, anche diretti, con il re longobardo Liutprando: lo incontrò personalmente nel suo accampamento presso Terni (primavera del 742) e successivamente lo incontrò di nuovo a Pavia (giugno 743). Il Nostro aveva una grande forza di persuasione e grande personalità cristiana: giunse ad accordi con Liutprando, per esempio una tregua ventennale tra Roma e i Longobardi. Le cose andarono bene fino al 749, quando salì al trono longobardo Astolfo, che fece rivivere le ambizioni espansionistiche di quel popolo.



Per quanto riguarda i rapporti con l’Oriente, che dopo l’iconoclastia dell’imperatore Leone III erano divenuti burrascosi, Zaccaria riuscì a raggiungere un modus vivendi. Benché la sua nomina non avesse più bisogno della ratifica imperiale, egli fu intelligente da mandare alcuni messi a Costantinopoli per annunciarsi e consegnare le sue lettere sinodiche al patriarca. Fu l’ultimo Papa a farlo, nota John Kelly. Anche se l’imperatore era un fanatico iconoclasta e Zaccaria un ortodosso difensore delle immagini, sembra che essi abbiano fatto un tacito accordo per evitare la questione.



La Chiesa di Zaccaria ebbe ottimi rapporti con Bonifacio, apostolo della Germania, e con i Franchi di Carlomanno e Pipino III. Ci fu veramente un rafforzamento dei legami fra la chiesa franca e Roma. Nel 750, a Pipino che chiedeva, Zaccaria pronunciò il notevole giudizio che il titolo regale appartenesse a colui che deteneva effettivamente il potere invece che a colui che non ne esercitava alcuno.

“Nato in Calabria, ma di origine greca, mentre era diacono lavorò in stretta collaborazione con Gregorio III. Ultimo dei papi greci, egli era molto colto: tradusse i Dialoghi di Gregorio Magno in greco, e fu ammirato per il suo comportamento affabile e mite; era dotato anche di abilità politica unita a grande forza di persuasione”, scrive John Kelly. Morì il 15 marzo 752. La memoria liturgica ricorre il 15 marzo.



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