Per conoscere qualcosa di un papa santo di cui si conosce pochissimo come Eutichiano, conviene innanzitutto dire cosa sia il Liber pontificalis. È un titolo dato nel XV secolo a una raccolta di notizie relative ai Vescovi di compilate in età diverse e di diverso valore, aggiornate con successive continuazioni. Presenta numerosi problemi relativi agli autori, alle fonti e al periodo in cui fu compilato, però resta una fonte di prima importanza per la storia  medievale non solo della Chiesa, ma anche della città di Roma (costruzioni, vita interna, ordinamenti ecclesiastici, civili, militari) e di tutto l’Occidente europeo. Ora, la notizia del Liber pontificalis riguardante Eutichiano lo definisce d’origine toscana, figlio di un Marino, e precisa la sua provenienza dalla città di Luni. Fu il successore di Felice, ma discordanti sono i dati delle fonti antiche sulla durata del suo pontificato.



Ora viene il bello. Nella Enciclopedia dei Papi Giovanni Maria Vian, che saluto, scrive: “Praticamente nulla si sa né della vita né del pontificato di Eutichiano al di là della notizia del Liber pontificalis”. Allora chiediamoci: come mai un papa di cui non si sa nulla è diventato santo? La risposta me l’ha data tramite contatto diretto il medesimo Vian: “Tradizionalmente tutti i vescovi di Roma fino all’età costantiniana – e anzi, se si escludono Liberio e Anastasio II, fino all’anno 530 – sono considerati santi”.



Secondo il Kelly è degno di nota il fatto che il suo pontificato si sia svolto nel periodo di pace fra le persecuzioni degli imperatori Valeriano (253-260) e Diocleziano (284-305), quando la chiesa romana era in grado di sviluppare e consolidare la sua posizione.

Fu l’ultimo papa ad essere inumato nella cripta papale del cimitero di Callisto: in questa catacomba G.B. de Rossi ritrovò e ricostruì un frammento del suo epitaffio, in greco, pubblicato per la prima volta nel secondo volume della sua opera più celebre, La Roma sotterranea cristiana. Ecco il frammento: “ΕϒΤϒΧΙΑΝΟΣ ΕΠΙΣ[ΚΟΠΟΣ]”.



La presenza di Eutichiano nel cimitero di Callisto, ultimo papa ad essere tumulato nella cripta dei papi, è confermata anche dalla grande lastra marmorea collocata da Sisto III sul lato interno della parete d’ingresso della cripta, recante i nomi dei vescovi, anche di alcuni non romani, sepolti nell’intero cimitero callistiano.

Le reliquie di Eutichiano furono donate da Innocenzo X a Filippo Casoni, di una nobile famiglia di Sarzana (diocesi allora unita a Luni), che, nominato nel 1651 vescovo di Borgo San Donnino, le affidò al fratello Niccolò; dopo la morte (1659) del vescovo, il fratello le donò nel 1669 al capitolo del duomo di Sarzana, dove sono conservate. Il culto di s. Eutichiano è diffuso soprattutto nell’antica diocesi di Luni (ora denominata La Spezia-Sarzana-Brugnato). Nell’edizione del 1922 del Martyrologium Romanum la celebrazione della sua memoria liturgica dall’8 dicembre è stata spostata al 7 dicembre.