Martirologio Romano: a Roma, presso San Paolo, sulla via Ostiense, san Felice III, papa, che fu antenato del papa san Gregorio Magno.

Apparteneva all’aristocrazia romana e fu eletto il 13 marzo 483. Durante il suo pontificato ebbe grande aiuto dal suo arcidiacono e successore Gelasio. «Felice fin dall’inizio fu profondamente coinvolto negli avvenimenti d’Oriente; a Roma infatti era appena giunta la notizia dell’Henoticon, documento dottrinale di compromesso pubblicato dall’imperatore Zenone nel 482 con lo scopo di placare l’opposizione monofisita alla cristologia delle “due nature” approvata a Calcedonia (451)», scrive John Kelly.



In Oriente, nella cattedra episcopale di Alessandria era stato insediato un monofisita, Pietro Mongo; il suo predecessore ortodosso Giovanni Talaia era stato rimosso ed espulso. La reazione di Felice fu un’ambasciata a Costantinopoli per l’imperatore e per il patriarca. All’imperatore Zenone annunciava la sua elezione – primo esempio nella storia dei papi – e chiedeva la deposizione di Pietro Mongo e la difesa della cristologia calcedonese.



Nelle sue lettere al patriarca Acacio sostanzialmente attaccava lo stesso Acacio. L’ambasciata fallì. Felice in un sinodo del 28 luglio 484 scomunicò Acacio, che tolse il nome del papa dai dittici. Ebbe inizio così lo scisma acaciano, che divise le chiese d’Oriente e d’Occidente per trentacinque anni (484-519). Il 5 ottobre 485 Felice tenne un nuovo sinodo che confermava la scomunica di Acacio.

Quando quest’ultimo morì (28 novembre 489) ebbero a fiorire delle speranze di riunificazione, ma Felice si rifiutò di accettare ogni proposta finché Mongo avesse continuato ad occupare la sede di Alessandria e il suo nome e quello di Acacio fossero letti sui dittici. Il nuovo patriarca Eufemio, un ortodosso calcedonese, scrisse a Felice chiedendo la fine dello scisma. Il papa, pur lodando la sua ortodossia, rifiutò perché il nome di Acacio era ancora nei dittici.



Autoritario e severo, fu una delle cause del primo scisma fra Oriente e Occidente. Morì il 1° marzo 492 e fu sepolto nella basilica di S. Paolo, vicino a suo padre, alla moglie e ai figli. La memoria liturgica ricorre il 1° marzo.

«Fu il primo papa appartenente all’alta aristocrazia romana salito sul soglio di Pietro all’indomani della caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Fu anche il primo papa che ritenne necessario comunicare la notizia della propria elezione all’imperatore bizantino.

Con la sua politica ferma e decisa nei confronti sia del patriarca sia del sovrano di Costantinopoli Felice fu pure, tra i pontefici romani, uno dei maggiori assertori del primato papale in campo ecclesiastico e religioso prima di Gelasio (quest’ultimo, del resto, fu suo segretario e, in tale qualità, influì fortemente sulle sue decisioni). Felice fu papa di grande energia e di severi principi.

Il primo grande scisma fra Roma e Costantinopoli, che si aprì durante il suo pontificato, fu il risultato di tensioni nei rapporti tra le due sedi patriarcali accumulatesi in epoche precedenti, e di problemi avuti in eredità: una frattura che egli, anche se avesse adottato una linea politica meno inflessibile e rigorosa, non avrebbe potuto impedire.» (Rajko Bratož – Enciclopedia dei Papi).

 

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