Il Martirologio Romano anticipa i due aspetti fondamentali del pontificato di san Gregorio III: “A Roma presso san Pietro, san Gregorio III, papa, che si adoperò per la predicazione del Vangelo ai Germani e contro gli iconoclasti ornò le chiese dell’Urbe di sacre immagini”.
Durante il funerale di Gregorio II, il Nostro fu circondato dalla folla, trascinato nel Laterano ed eletto papa per acclamazione; fu consacrato cinque settimane più tardi, il 18 marzo 731. Ci troviamo in un periodo storico segnato dal problema dell’iconoclastia. Nel gennaio del 730 l’imperatore Leone III (717-741) aveva decretato la proibizione della fabbricazione di immagini sacre e della loro venerazione. Gregorio cercò di persuadere Leone ad abbandonare la sua politica iconoclasta. Non avendo ricevuto risposta, il 1° novembre 731 tenne un sinodo che condannò l’iconoclastia e scomunicò gli iconoclasti.
L’imperatore reagì con violenza, prima inviando una flotta armata in Italia, poi sequestrando i patrimoni papali in Calabria e in Sicilia, quindi trasferendo le provincie ecclesiastiche dell’Illirico e della Sicilia dalla giurisdizione del papa a quella del patriarca di Costantinopoli.
Dal punto di vista politico, l’operato di Gregorio III incontrò non poche difficoltà: per difendere Roma e il popolo romano – peculiaris popolus – dal pericolo longobardo, tentò varie mosse e varie alleanze ma senza ottenere successo. Dal punto di vista strettamente ecclesiastico, Gregorio orientò la propria azione missionaria verso l’Europa settentrionale. Per esempio, si legò a Bonifacio (680-754) presente in Germania, affidandogli compiti che riguardavano la Baviera, l’Alemagna, l’Assia e la Turingia; consolidò anche le relazioni tra Roma e la chiesa inglese.
Abbellì Roma e le sue chiese con una magnificenza senza precedenti; le numerose splendide immagini piene di colori che fece eseguire erano l’esatto opposto dell’eresia iconoclasta. “Ciò nonostante Gregorio fu in grado di svolgere una consistente attività di restauri e abbellimenti in molte chiese di Roma: rifece i tetti, crollati o pericolanti, di S. Paolo, S. Maria Maggiore e S. Maria ad Martyres (Pantheon); inoltre restaurò una basilica Calisti forse da identificare con S. Maria in Trastevere. Ampliò le chiese delle diaconie di S. Maria in Aquiro e dei SS. Sergio e Bacco; decorò molte chiese con pitture, parati e vasellame prezioso. Al restauro della basilica di S. Crisogono sono stati riferiti due gruppi di pitture rinvenuti sulle pareti meridionale e settentrionale dell’aula e appartenenti ad un unico ciclo in cui sono raffigurati alcuni santi clipeati identificati da didascalie verticali (Agapito, Felicissimo, Sisto II)” (Paolo Delogu, Enciclopedia dei Papi).
Una delle sue costruzioni più importanti fu un oratorio in S. Pietro, dedicato al Salvatore e alla B. V. Maria destinato a contenere le reliquie dei santi; morì il 28 novembre 741 e qui egli venne sepolto. La memoria liturgica si celebra il 10 dicembre.
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