Martirologio Romano: “A Roma sulla via Tiburtina, deposizione di sant’Ilario, papa, che scrisse lettere sulla fede cattolica, con cui confermò i Concili di Nicea, di Efeso e di Calcedonia, mettendo in luce il primato della sede romana”.
“Morto Leone il 10 novembre del 461, il 19 dello stesso mese Ilaro fu eletto papa. Egli concentrò il proprio impegno nel tentativo di rinsaldare le relazioni con le Chiese di Gallia e Spagna che mostravano la tendenza ad agire piuttosto indipendentemente dalla Sede papale; per quanto riguarda i rapporti con l’Oriente, il Liber pontificalis cita una decretale in cui il papa confermava i tre Concili di Nicea, Efeso e Calcedonia e il Tomus I, ad Flavianum” (Maria Cristina Pennacchio, Enciclopedia dei Papi).
Ma prima di diventare papa, fu arcidiacono di Leone I: Leone lo mandò con altri al “sinodo del latrocinio” – così lo definì Leone – (Concilio di Efeso II) nell’agosto 449, durante il quale Ilaro protestò contro la condanna di Flaviano, vescovo di Costantinopoli; venne incarcerato ma fuggì e poté dire a Leone delle irregolari procedure del sinodo e portargli un appello di Flaviano.
“Egli attribuì il merito della sua liberazione all’evangelista Giovanni, perché aveva trovato rifugio nella sua cella sepolcrale fuori le mura di Efeso”, scrive John Kelly.
Per quanto riguarda i rapporti con l’Oriente, è rimasta una decretale nella quale conferma i Concili di Nicea (325), di Efeso (431) e di Calcedonia (451), condanna le eresie e afferma il primato di Roma. Ilaro combatté l’arianesimo in Italia. Nel 467, venuto a sapere che il nuovo imperatore avrebbe autorizzato la creazione di luoghi di raduno per gli eretici nella capitale, lo incontrò con autorità in S. Pietro e gli fece cambiare idea. Ilaro operò in Gallia cercando di raccogliere i vescovi intorno ad Arles, ma Leonzio di Arles non fu all’altezza del compito. Operò anche in Spagna, definendo regole.
“Tra gli edifici che Ilaro fece costruire a Roma vi furono tre cappelle annesse al battistero del Laterano; una di queste fu da lui dedicata all’evangelista Giovanni in ringraziamento per la liberazione ottenuta, per suo merito, a Efeso nel 449″. Il Liber pontificalis dedica quasi tutta la biografia di Ilaro alla descrizione delle opere di edilizia e di abbellimento commissionate da questo papa per le chiese romane e in particolare riferisce che egli fondò un monastero a S. Lorenzo fuori le Mura, nel quale fu sepolto. Morì il 29 febbraio 468 e la memoria liturgica ricorre il 28 febbraio.
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